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Rubrica di Opinioni di Francesco Raspa |
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Il manifesto elettorale di Umberto Bortolotti
Un primo richiamo alla musica si ha nella sciarpa. Infatti il colore grigio è interrotto dalle linee orizzontali bianche che richiamano immediatamente all’idea del pentagramma (benché le linee siano solo tre). Lo sfondo non è molto riconoscibile, ma la ringhiera posta in alto a sinistra di chi guarda il manifesto, fa pensare ad una balconata, ad uno di quei luoghi dove si tengono quei concerti estivi molto frequenti nelle città termali. Poi ci sono una serie di evidenti e, immagino voluti, richiami patriottici: le scritte che rammentano il numero della lista, quella alla candidatura a sindaco, il nome ed il cognome, tutto in una rigorosa sequenza verde, bianca e rossa, come i colori della bandiera. In alto a sinistra il simbolo della lista, un pianoforte con ai bordi della circonferenza i due verbi ed il sostantivo: Voglio-Cambiare-Musica anch’essi in verde, bianco e rosso. Una musica nuova, si suppone piacevole, come dovrebbe essere, secondo le intenzioni del candidato, la futura amministrazione cittadina. Inevitabile, dunque l’accostamento ad un direttore d’orchestra. E quale migliore personaggio, se non colui che ha accompagnato musicalmente i sogni e le fantasie cinematografiche di un grande regista come Federico Fellini? Il maestro Nino Rota. Francesco Raspa
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ARCHIVIO NUMERO 13: A
proposito di: Mi proverò a cantar
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