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La prolifica penna del giornalista, scrittore e autore S.I.A.E. per la parte letteraria Vincenzo Pitaro. Leggi la sua biografia, i suoi articoli culturali, la sua narrativa, le poesie dialettali, satirico-dialettali e non, le sue pubblicazioni, la rassegna stampa, ecc. |
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Vibo Valentia e le sue ghiotte specialità L'arte della Magna Grecia, i borghi medioevali, gli storici castelli e le maestose chiese da visitare, fanno da cornice nel Vibonese a una grande varietà di prelibatezze. Un matrimonio tra storia, natura e palato che da tempo caratterizza la provincia di Vibo Valentia, uno dei territori senza dubbio più ricco di proposte gastronomiche differenziate. Tra i prodotti più eccellenti, che dopo aver conquistato il marchio di qualità si stanno facendo onore in Italia e nel mondo, troviamo infatti la «’Nduja» di Spilinga, il tartufo di Pizzo e la cipolla rossa di Tropea. La parte del leone ovviamente spetta proprio a Sua Eccellenza la «’Nduja» (o «’Ndugghia», «’Nduglia», a secondo dei vari tipi di dialetto). Il suo nome (astruso) è sinonimo di squisitezza e deriva dal francese «andouille». Si tratta di un morbido e pepatissimo insaccato tipico di Spilinga e della zona di Tropea, anche se ormai - con qualche piccola variante - viene prodotto in quasi tutto il Vibonese. Un insaccato che in pratica contiene insieme alla carne del maiale anche la lingua e la trippa suina. Se ne produce, però, finanche un tipo preparato con le frattaglie del suino (dal fegato al cuore, dai reni ai polmoni) che vengono tritate e condite con erbe officinali e peperoncino. Dove trovarla? In primo luogo, a Spilinga e a Calimera, sedi di due affermate aziende artigianali. Molto buona, però, è anche quella reperibile nel comune di Drapia. Un prodotto tipicissimo solo del Tropeano, dunque, dove ancora oggi resiste all'evolversi del tempo un'antichissima tradizione collegata a questo settore. Nei vari ristoranti della zona, peraltro, oltre a questa prelibatezza a base di carne di maiale macinata (spalla, interiora e altri parti) insaccata nel budello cieco «gentile» col peperoncino, si può assaggiare anche dell'ottimo capocollo, insieme a soppressate e salsicce. Un'altra voce interessante della cultura alimentare di questo territorio viene pure trasmessa dalla pasticceria. Qui ad occupare un posto di tutto rispetto, ormai da secoli, sono i famosi mostaccioli di Soriano Calabro assieme alle prelibate «zulle» (o «'nzudhi», «'nzudde», come da sempre vengono chiamate in quasi tutta la valle dell'Ancinale, da Serra San Bruno a Gagliato. Passando dal campo dolciario a quello della gelateria, primeggia poi il tartufo di Pizzo; un vero e proprio trionfo, anch'esso ormai rinomato a livello internazionale. Viene preparato con ingredienti rigorosamente genuini da un'antichissima e segreta ricetta che la tradizione vuole che sia stata importata da un gelataio siciliano proprio a Pizzo Calabro. Si tratta di un golosissimo composto artigianale (il vero tartufo - si badi bene - è il «tradizionale», quello cioè avvolto nella carta, da distinguere da altre confezioni ormai divenute industriali) fatto di nocciola, cioccolato con cuore di cioccolato morbido. Che dire infine della dolce cipolla? Anche da essa, ultimamente negli Stati Uniti, c'è chi è riuscito a creare con successo una gustosissima crema gelato. Che la «rossa di Tropea», allo stato naturale, comunque fosse una grande «amica del cuore», dalle molteplici virtù salutari e curative, lo si sapeva da tempo. La sua proprietà più nota, evidenziata fino a poco tempo fa, era quella relativa alla capacità di difendere l’organismo dall’angina pectoris, malattia che si manifesta con un dolore avvertito improvvisamente al petto e che si irradia a volte al braccio sinistro. Di recente, però, la ricerca biochimica, dopo una serie di esami approfonditi sui suoi estratti standardizzati, ha messo in luce anche la capacità di ridurre la quantità di colesterolo e di trigliceridi nel sangue, lasciando invariato il colesterolo «buono». E i suoi pregi non si esauriscono qui. Anzi, continuano sempre di più a sorprendere piacevolmente. I principi attivi della cipolla rossa di Tropea difatti gioverebbero persino «a chi soffre di ipertensione, di obesità, di reumatismi, di artrosi, di gotta e di malattie renali». Fra l’altro, viene consigliata anche in caso di nefrosi, di albuminuria, di ritenzione di liquidi, di renella e di calcoli renali, in quanto favorirebbe l’eliminazione dell’acido urico e di altri residui tossici del metabolismo. Agirebbe, inoltre, come antiaggregante delle piastrine, contrastandone l’eccessiva tendenza a raggrupparsi e a dar luogo alla formazione di trombi e di coaguli. E c'è di più. Questo bulbo, usato anche come cosmetico per rendere più bella la pelle e per purificarla, si scopre ora altamente afrodisiaco. --- Vincenzo Pitaro - Gazzetta del Sud, pag. Cultura, Giovedì 26 Agosto 2010 - Archivio: www.gazzettadelsud.it - www.vincenzopitaro.it
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