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Rubrica di Opinioni di Francesco Raspa |
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La tigre della Siberia
Lo spettacolo del circo era già iniziato perché dall’interno si sentiva parlare al microfono lo speaker e vi era la tipica musica circense che andava a tutto volume. La tigre della Siberia l’ho dunque vista fuori. Sì. Fuori. Certo, non a spasso per Montepaone Lido, ma fuori, nel recinto del circo dove veniva trasportata dentro al tendone da alcuni inservienti. Era imbrigliata con una catena al povero cavallino. Sono rimasto piuttosto stupito. Mi sono detto che una tigre siberiana, se avesse voluto, avrebbe avuto la forza di saltare giù dal cavallino, mangiarselo, mangiarsi gli inservienti e poi dedicarsi sul serio ad andare in giro per Montepaone. Forse esagero, ma quell’enorme felino veniva trasportato con quell’unica precauzione. E la recinzione del circo era fatta di barriere che persino io, decisamente poco portato all’atletica, avrei potuto superare. Così ho dedotto che l’enorme tigre, per essere così “mansueta”, probabilmente era anche “sedata”. Insomma, vagamente rimbambita da qualche tranquillante. Questo piccolo circo, che c’è da supporre sopravviva grazie a delle sovvenzioni, aveva una serie di animali dall’aria vagamente stanca. Per quello che ho potuto vedere nel buio della sera, c’era una leonessa che si aggirava nervosa in uno spazio tipico di un camioncino, sei -sette metri di lunghezza e poco meno di due di larghezza. Un bisonte caparbiamente fermo in un angolo di una gabbia che non evocava certo le vaste praterie da cui dovrebbe venire. Un lama dall’aria persa che probabilmente si domandava cosa ci facesse in quel posto. Una imponente zebra il cui recente passato doveva essere stato più deprimente (ahimè…) della squadra piemontese cui ha donato i colori. E tutta un’altra serie di animali, che non ho potuto chiaramente distinguere, ma che non davano l’idea di essere molto soddisfatti. Mi spiace dirlo, ma francamente c’è da chiedersi quale sia il senso di questi piccoli circhi che girovagano per piccole città, alla ricerca di un piccolo pubblico. E ritengo con il risultato di piccoli incassi. Se qualche dubbio è sorto in passato sull’uso degli animali nei grandi circhi, la domanda di quale sia l’utilità in quelli piccoli, come si suole dire, sorge spontanea. Per non parlare di quale possa essere la condizione di vita di questi animali, che non solo vivono in spazi angusti, ma chissà quanto igienici. Gli animali ammaestrati non mi sono mai piaciuti. Non è la loro condizione naturale. Perché un cavallino dovrebbe sorbirsi il peso di una tigre siberiana? E per quale ragione un leone o una leonessa dovrebbe saltare da una parte all’altra di una gabbia per dimostrare che sa passare in un cerchio, magari infuocato? E che cavolo possono fare una zebra ed un bisonte? Correre attorno alla pista e ricevere gli applausi ammirati del pubblico? Una zebra ed un bisonte fanno questo in natura? Teniamo nei circhi gli acrobati, i clown, gli illusionisti e gli equilibristi, i contorsionisti e i saltimbanchi. Ma lasciamo gli animali là dove devono stare. Francesco Raspa
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ARCHIVIO NUMERO 20: Questo è proprio
un cretino
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