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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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PER UN ASSE IONICO
Molti anni fa, quando si parlò di asse Lamezia – Catanzaro, io, proprio sopra una rivista catanzarese, scrissi un pezzo satirico dal titolo “Le nozze del barone”: come nell’Ottocento, i baroni poveri sposavano le figlie ricche dei plebei, e la ragazza metteva i soldi, il barone il titolo. Chi comandava? Anni dopo, profezia azzeccata: Lamezia, sia pure in mezzo a guai non pochi, è una città ricca che va per conto suo, e Catanzaro è sempre più emarginata, e Lamezia vuole diventare capoluogo di provincia in attesa di diventare, come per certi versi è, il capoluogo regionale. Secondo me, a Catanzaro l’asse con Lamezia non conviene.
Intanto la Calabria, dopo essere stata governata, si fa per dire, da democristiani, socialisti, comunisti, postcomunisti, e minutaglia di partitucci di centro e centrosinistra, e dopo aver provato che anche i sedicenti di destra sono uguali, e magari peggio, e le gioie di avere, recentemente, per presidenti niente di meno che Pino Nisticò, Giovan Battista Caligiuri, un certo Meduri, Peppino Chiaravalloti e infine Agazio Loiero, dopo tutti questi disastri a due gambe, è l’ultima d’Europa solo perché non abbiamo ancora ammesso l’Africa, o saremmo gli ultimi compreso lo Zaire. Lo Ionio è combinato peggio del Tirreno, e il Golfo di Squillace a sud di Catanzaro è la terra ultimissima.
Dal Corace al Guardavalle si contano meno abitanti della sola suddetta Lamezia, però siano divisi in ventotto Comuni quasi tutti microscopici. Le attività produttive sono ridotte alle due settimane di balneazione, mentre agricoltura e commerci e industrie sono quasi spariti, e restano solo gli stipendi. Quanto a Catanzaro, in che cosa è veramente meglio?
Morale, servirebbe a tutti far fronte comune, un fronte, un asse dello Ionio, Catanzaro – Soverato, invece che Lamezia. Per fare che? Presto detto:
- unificazione almeno di fatto dei Comuni piccolissimi: nel Basso Ionio catanzarese ne basterebbero quattro;
- consorziazione e razionalizzazione dei servizi;
- miglioramento dei collegamenti, soprattutto quelli pubblici e collettivi, ma anche delle strade;
- individuazione delle vocazioni delle aree, per distribuire adeguatamente le attività;
- ammodernamento di un turismo finora raffazzonato e casuale; utilizzazione delle risorse turistiche del territorio: mare, montagna, aree archeologiche e monumenti, tradizioni.
Per cominciare, prendere coscienza che siamo un territorio emarginatissimo, e che non ci fila nessuno: per esempio, il TG3, che nomina Soverato solo in caso di alluvioni, e Catanzaro solo per servilismo nei confronti di qualche politicante di passaggio.
Presa la suddetta coscienza, incontrarsi e agire. Incontrarsi, chi? Possibilmente non perdigiorno e avventurieri.
Ulderico Nisticò
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