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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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CORAGGIO E INTELLIGENZA
Torno or ora da un convegno di quelli che paiono fatti apposta per regalarmi un po’ di ottimismo. Si sono riuniti i sindaci di Cenadi, Teti, e di Olivadi, Puntieri, l’assessore provinciale Vescio e il consigliere provinciale Sestito, ed erano presenti anche quelli di Amaroni, Petrizzi, Palermiti; e con l’assistenza spirituale del parroco e culturale del sottoscritto, e con un numeroso pubblico, per discutere coraggiosamente e intelligentemente un argomento che ancora pochi anni fa avrebbe suscitato orrore e proteste sdegnate, e oggi invece si affronta con serenità. E qual è così arduo? Ma l’unione dei Comuni, la conurbazione. Nessun argomento serio milita contro questa ipotesi; moltissimi sono quelli a favore. Intanto, per la storia, se è vero che questi paesi sono antichissimi come centri abitati (vi passava una strada romana, attestata dalla Tabula Peutingeriana e ricordata dal dialettale “Vèteru”, detto di una strada; e hanno nomi bizantini; e l’imponente diga di Muro Rotto e la Torre Longa ricordano i Normanni), in quanto Comuni risalgono, come quasi tutti gli altri, ai tempi di Giuseppe Napoleone e Gioacchino Murat (1806-15), e i confini furono tracciati spesso per fare il comodo di questo o quello e non per logica. È questo il punto più debole: gli agri comunali sono intrecciati, confusi, e tali che un piano regolatore e qualsiasi intervento sul territorio è inevitabilmente in contraddizione con quelli dei paesi vicino. Infine, i Comuni sono troppo poco popolati per essere autosufficienti, mentre ognuno di loro dovrebbe dotarsi di strutture e servizi assai più costosi di quanto i bilanci permettano. Un esempio: le scuole, che, a parte i costi, si trovano sempre meno abitate dalla materia prima, i bambini e ragazzi.
È dunque ora di unire le forze, meglio ancora, unire i Comuni. Sappiate, gentili lettori, che dal fiume Corace al fiume Assi si contano 70.000 anime, però divise in 28, dico ventotto Comuni, con una media di 2.500 l’uno, mentre Lamezia Terme fa 70.000 abitanti da sola. Sfido che in Calabria, che l’ultima regione d’Europa (complimenti!), c’è un’emarginazione nell’emarginazione, che è la costa ionica!
Bisogna affrettare i processi di consorzi, unioni e, meglio ancora, fusioni. Ben vengano dunque iniziative audaci e di apertura mentale come quella di Cenadi. Sono certo che a questa seguiranno presto i fatti. Meno certo di un gran parlare tra Satriano e Soverato che non ha prodotto risultati: ma non si può mai dire.
Ulderico Nisticò
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