|
Rubrica di Salute & Benessere a cura di Filippo Apostoliti |
Numero 29 - Per eventuali Richieste e Consigli scrivere a: info@soveratoweb.it |
Qual è la verità sul batterio killer? Perché ha ucciso tante persone? Noi possiamo stare veramente sicuri? Cosa è successo? Triste fine per l’Europa. Potevamo impazzire di BSE dopo aver mangiato una bella fetta di manzo inglese al sangue, starnutire a sangue dopo aver contratto l’influenza aviaria guardando negli occhi un pollo, correre al bagno maledicendo i puffi e le mozzarelle blu tedesche, subire la lenta agonia di una morte causata dalla nube radioattiva sgusciata da uno dei tanti reattori nucleari presenti sul territorio europeo, e invece? Tocca stare attenti al letame di mucche! Perché quel che è successo con L’Escherichia Coli (E.C.) è proprio questo! Facciamo un passo indietro. Il batterio è stato individuato subito, ma qualcuno per speculare ha pensato bene di accusare il virile cetriolo spagnolo, che è stato subito messo alla gogna e condannato alla mutilazione alimentare. Mentre la madre Russia arretrava sul campo e annunciava la chiusura dei confini temendo l’invasione del cetriolo, nel Belgio protestante si è pensato di mandare al macero qualunque frutto acquoso, che era entrato nei supermercati passando dalla catena del freddo, compreso zucchine e peperoni. Intanto in Germania il numero delle vittime saliva fino ad arrestarsi a 39 vittime, compreso un bambino di due anni. La verità? La verità è banale e rivela la fragilità del sistema alimentare. Negli allevamenti di bovini e suini si utilizza una grande quantità di antibiotici e non perché abbiano le placche alle corna, ma per farle crescere più in fretta. Dopo l’overdose di pillole può accadere che l’ E.C. incubato naturalmente in questi animali sviluppi una certa resistenza e si presenti più forte. Il letame prodotto in questi allevamenti viene poi essiccato e venduto ad aziende ortofrutticole non biologiche. Qui il letame viene utilizzato come concime sparso sul terreno e reidratato, riattivando di fatto l’E.C.. Una azienda che produce in filiera soia per rivenderne i semi ha di fatto utilizzato questo concime ricco di azoto e di batteri resistenti, che si sono insinuati nei semi di soia. Questi semi sono stati venduti ad una azienda modello nel settore biologico che si chiamava (ormai ha chiuso) Gärtnerhof di Bienenbuttel ed era nota per la produzione di un alta qualità di germogli di soia e di fieno greco. Le piante prodotte da questi semi avevano l’E.C. e, voilà, ce la siamo trovata sui piatti tedeschi. Oltre al danno, pure la beffa perché l’azienda in questione ha usato pure lo stesso letame, infatti un operaio che non aveva mangiato i germogli ha contratto l’infezione per aver solo maneggiato il concime in una giornata di pioggia e altri si sono ammalati mangiando germogli di altro tipo. Sembra una barzelletta, ma non lo è! Perché 39 morti? Perché l’E.C. in tutto il suo peregrinare ha incontrato così tanti antibiotici, ingoiati dal povero vitello, che ha imparato bene la lezione e quando è entrato nell’uomo si è sviluppato senza incontrare grosse resistenze. Le cure fornite dagli ospedali tedeschi, che non sono come quello di Vibo Valentia, non sono risultate efficaci perché non avevamo e non abbiamo un farmaco così forte. L’unica cosa da fare era quella di circoscrivere il contagio ed è stata fatta. E i sei bambini in Francia? A Lille sei bambini sono dovuti correre prima in bagno e poi all’ospedale, perché non riuscivano a bloccare le scariche di diarrea. Sarkozy ha temuto che potesse essere un attentato libico come segno di ritorsione per la guerra nei confini africani e due contadini alla Bovè hanno pensato che dietro ci fosse la manina dei colleghi tedeschi che volevano vendicarsi del disastro economico per la mancata vendita di frutta e verdura. E invece? È solo un problema di catena del freddo e di carne al sangue. La carne prodotta da una azienda francese che si chiama ( e non chiuderà) Seb viene impacchettata in buste da 1 Kg, congelata e spedita nei supermercati LDL. Può accadere e accade spesso che la carne non sia di buona qualità ( ma non è colpa dei supermercati che la vendono) o che nel trasporto possa subire un aumento di temperatura, perché non viaggia in condizioni opportune. Il batterio presente può così riprendere il suo sviluppo. Basterebbe cuocere la carne per bene e il problema non sussisterebbe, ma le mamme francesi si sa come sono: amano la grandeur francese e la carne al sangue. che fare in futuro? Ricordarsi che un azienda bio non è sempre indice di qualità, basti pensare alle fattorie bio delle campagne napoletane che irrigano con acque che attraversano le discariche abusive. Ricordarsi che gli allarmismi europei servono solo per speculazioni economiche, vedi le vaccinazioni preventive per i suini messicani influenzati. Ricordarsi che se un paese adotta misure estreme lo fa solo per difendere il proprio mercato violando ogni regola comunitaria, infatti la Russia per un mesetto ha compensato la crisi dei consumi interni. Per ultimo, ricordarsi che il cibo congelato è di buona qualità, ma non può essere cucinato come il cibo fresco, neanche se siete in Francia e avete la puzzetta sotto il naso.
Per eventuali richieste e consigli scrivere a: info@soveratoweb.it |
|