Rubrica di Opinioni di Francesco Raspa

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Femminicidio

  


Ho visto, su internet, il video di una giovane donna afgana lapidata in pubblico perché adultera. In verità, la lapidazione è stata una pubblica fucilazione. Il video ha mostrato la giovane per terra, racchiusa nel suo burqua ed alle sue spalle i valorosi talebani armati di fucile. Poi lo schermo si è annerito e sono seguiti una serie di interminabili spari. Lenti. Regolari. Impietosi. Quando le immagini sono riapparse gli abitanti del villaggio applaudivano facendo festa. Suppongo per evitare di fare la stessa fine della ragazza, senza essere adulteri.

Verrebbe naturale pensare che i talebani siano dei trogloditi. E certamente lo sono, come d’altronde ha dimostrato lo scrittore Khaled Housseini nel suo libro Il cacciatore di aquiloni.

Considerando le dovute differenze storiche e sociali, mi domando quale distanza intercorra, in termini culturali e psicologici, tra la mentalità talebana e quella di Daniele Fraccaro, quarantenne residente in provincia di Cremona, che uccide a coltellate la convivente trentenne, Lyzabeth Zambrano, perché… geloso. Per non parlare del prode trapanese Salvatore Savelli, che a badilate uccide la moglie Maria Anastasi al nono mese di gravidanza e già madre di tre figli. Quelle fucilate talebane risuonano nella mia mente, meno lontane di quanto non lo siano geograficamente. E riferisco solo dei casi più recenti di cui si sono occupati i giornali.

Tra la cultura talebana e la talebaneria domestica non vi è poi questa differenza abissale. Si concentra tutto sull’idea del diritto di un uomo a disporre, a suo piacimento, della sorte di una donna. La moglie o colei che risulta essere in qualche modo, a parere del talebano domestico, una proprietà.

Si è parlato, in Occidente, di emergenza femminicidio. C’è un modo violento di concepire i rapporti con le donne. Un modo violento scaturito, in pieno ventunesimo secolo, da ataviche pulsioni mentali che sono rimaste nella testa e nel DNA di una parte di uomini a prescindere dai cambiamenti storici e che li caratterizza in modo trasversale da Est ad Ovest, da Nord a Sud.

E’ come se nel vortice del progresso umano, alcuni di noi, forse parecchi di noi, pur vivendo tra computer, televisioni, I-Pod, i Phone, macchine turbo diesel, viaggi in aereo, voli sulla luna e negli abissi degli Oceani, tra ipermercati e empori Armani, tra Costa Crociere ed autostrade, rimanesse nel suo intimo come un gigantesco tirannosauro di preistorica memoria.

Francesco Raspa


Attenzione - Le immagini che seguono potrebbero colpire la vostra sensibilità!

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