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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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IL CREPUSCOLO DEGLI DEI FORMATO RIDOTTO
Buon anno, amici e nemici. Ci vuole una gran bella capacità di autolesionismo, a far traballare una Giunta che, stando ai numeri, doveva essere onnipotente e tranquilla da ogni pericolo. E invece, scissioni, rimpasti, sconquassi, dichiarazioni di fuoco, querele tra il sindaco e il suo stesso partito; senza dimenticare la Corte dei conti e altri impicci. Vero che alcuni debiti li ha lasciati Pedalando Volare, tra cui quello assurdo per aver voluto creare l’ennesimo dormitorio senza servizi; ma il resto lo hanno fatto anche Ettore Scola e Maria Teresa Ruta.
Ci saranno, certo, delle cause interne tra Questo e Quello, ma, a titolo personale, mi annunzio che non ho mai perso tempo ad informarmi delle beghe tra Questo e Quello, o degli impicci delle cosiddette forze politiche. L’analisi, infatti, è sempre sofistica, furbetta, e, a stare a sentirli, facendo le analisi hanno tutti ragione. Perciò lascio ai professionisti dell’informazione il duro compito di prendere sul serio la situazione, e ce ne vuole, e, da reazionario, procedo per sintesi.
Che dice, la sintesi? Che la maggioranza di sedicente centrodestra (sedicente destra, voglio dire) sta morendo per l’evidente motivazione che non è mai nata in quanto forza politica nel senso più ovvio, banale, antico del termine. È infatti composta da un certo quantitativo di partiti, tutti con una sigla a testa, e magari persino un segretario, però, tolti segretario e sigla, fine, non c’è niente altro: niente iscritti, niente sedi, niente riunioni, niente prese di posizione, proposte, comunicati. Volete una prova visiva? C’è sul corso la bacheca di Alleanza Nazionale, la quale, un dì, quand’era del MSI, ospitava, eccome, vibranti testi politici (li scrivevo io, e basti!); oggi ospita, e pure raramente, i cartelloni pubblicitari del teatro. Del resto, i nuovi esponenti di AN sono quelli arrivati quando c’era da guadagnare: prima, quando c’era da rischiare, chi li ha visti mai?
Da zero idee, zero tensioni ideali, il risultato è zero politica. Dov’è che vengono discussi i problemi di Soverato? Negli interventi fiumi o nei finti dibattiti del sindaco, al’insegna di tutto va bene che meraviglia? Dov’è che si affacciano proposte, e da chi? Dai consiglieri comunali? Non scherziamo.
Zero politica da zero idee. Non rimane dunque che la lite per chi debba appoggiare le terga sopra questa o quella poltrona, con una specie di turno oggi a te, domani a me. E ogni erba si conosce per lo seme.
Perciò non è una questione di Tizio o Caio, e nemmeno di partiti o sedicenti tali, ma di un contesto sociale che dovrebbe esprimere il governo della città, e che invece non esprime perché non c’è. Quando Soverato era fatta di grandi commercianti, artigiani, marinai, quasi tutti con la terza elementare, allora sì che c’era anche la politica, eccome. Oggi che sono tutti laureati, l’encefalogramma politico è piatto come un pavimento; e non è che quello culturale sia tanto movimentato. Date le suddette premesse, se la Giunta cade, non cambia niente: ne faranno un’altra, che sarà più o meno la stessa.
Ulderico Nisticò
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