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La Calabria antica e i suoi dialetti diventano hi-tech Il «museo in casa»? Non è una vera e propria novità. Il primo esperimento, in Italia, risale infatti a moltissimi anni addietro e per compierlo, pensate un po', non si rese necessario neppure l'utilizzo del computer. All'ideatore, un tecnico d'origini parigine, ormai italianizzato, bastò soltanto una sorta di proiettore, un telefono e poco altro. Uno scarso corredo che oggi - con la grande rivoluzione tecnologica che c'è stata - non esiteremmo certamente a definire «preistorico», appartenente all'«età della pietra», logicamente informatica. Quel tecnico, appassionato d'arte, comunque, riuscì a sbalordire già a quei tempi il pubblico degli addetti ai lavori. Sul suo telefono, bastava comporre qualche numero, et voilà, al costo di una semplice telefonata - sia pure internazionale - sullo schermo del proiettore ad esso collegato, compariva, come per miracolo, ad esempio un dipinto conservato al Louvre o un'opera custodita in qualche altro museo del mondo. Negli anni Duemila, poi, sulla Grande Rete, un navigato archeologo romano, Giorgio Gullini (professore ordinario di Archeologia e Storia dell'arte, greca e romana, presso l'Università di Torino) realizzò qualcosa di veramente geniale sulla Calabria, contribuendo a diffondere ulteriormente, un po' ovunque nel mondo, i resti di un'antica civiltà. Oltre a pubblicare un suo interessante studio, in quella circostanza ricostruì in tre dimensioni il grande tempio di Locri Epizefirii. In rete, praticamente, mise proprio tutto: dalle trabeazioni alle colonne, tralasciando soltanto i basamenti. Oggi, in Calabria, da più parti, si sta pensando di fare qualcosa di simile (non solo nel campo dell'archeologia ma dell'arte in genere) che prescinda dal computer di casa, per consentire ad ogni studioso o visitatore di collegarsi anche in movimento, da qualsiasi posto. Ciò, ovviamente, grazie anche ai rivoluzionari formati ePub ed ePaper, piuttosto che pdf o html, usati dai prodotti lanciati ultimamente sul mercato, come il tablet (Pc tavoletta), l'iPad, ecc. Per iniziativa dell'assessore regionale Mario Caligiuri, fra l'altro, sarà pure possibile, quanto prima, visionare anche la cultura popolare calabrese in questi comodissimi formati e in e-book. Un'iniziativa senza dubbio lodevole, all'insegna della Calabresità, che «servirà a fare emergere con orgoglio la nostra identità, dentro e fuori la regione, senza disperdere la benché minima parte di essa». I nostri dialetti, d'altronde, assieme agli usi e costumi, sono importantissimi perché riflettono almeno venti secoli di storia, raccontando sofferte vicende e agognate conquiste. Lasciar cadere nel dimenticatoio questi grandi valori (le parlate locali o altro) sarebbe stato, di certo, per noi calabresi, un imperdonabile errore. --- Vincenzo Pitaro - Gazzetta del Sud, pagina Cultura, di giovedì 21 Gennaio 2011 © Archivio: www.gazzettadelsud.it © www.vincenzopitaro.it
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