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Rubrica di Salute & Benessere a cura di Filippo Apostoliti |
Numero 34 - Per eventuali Richieste e Consigli scrivere a: info@soveratoweb.it |
La nostra società concepisce lo sporco come la fonte di malattie. Si comincia a combattere la sporcizia dall’infanzia. I nostri bambini vivono in ambienti estremamente puliti, dove ogni oggetto è trattato con prodotti estremamente aggressivi e con caratteristiche antibatteriche, quasi che i piccolini debbano perdere il piacere di infilarsi in bocca qualunque cosa capiti a tiro di manina. Non c’è tettarella, gioco e pupazzo che prima non abbia subito un trattamento simile a quello riservato ad un bisturi. Per non parlare del pavimento trattato con prodotti che uccidono il 99% dei batteri. Alla fine, sembra che il bambino giochi in una sala adatta più al trapianto di cuore che non ad un banale luogo pieno di ogni tipo di batteri, virus e funghi. Perché? Occorre chiederselo, visto che diversi studi presentati tempo addietro in un convegno a Roma dimostrano che in Italia il 20% dei bambini in età scolare è sensibile a polvere, polline e peli di animali, e il 10% soffre di asma provocata quasi sempre da allergie. E riconoscendo che la colpa di queste allergie è dovuta propria ad un eccesso di igiene. In parole povere, i bambini non entrano facilmente in contatto con i batteri e non imparano presto a reagire alle infezioni. Da qui alle allergie il passo è breve. A riprova di questa argomentazione c’è la verifica che in Africa le reazioni allergiche non aumentano. Ovviamente anche l’eccesso opposto è da condannare, ma non sembra riguardare le case degli italiani, bensì quelle del Nord Europa, in particolar modo l’Inghilterra. Due giorni fa una allergologa che opera in un ospedale inglese mi raccontava di quanto siano diffuse le allergie tra i bambini londinesi e di come abbiano provato a consigliare i genitori ad abbandonare l’uso della moquette troppo spessa in ogni ambiente. Proprio lo spessore eccessivo e quindi la difficoltà di pulirla a fondo sarebbe una delle cause dell’aumento delle allergie nel regno Unito. Quanto tempo occorre per lavarci bene? L’esigenza di sterilizzare ogni cosa e ambiente si è poi allargata al nostro povero corpo. Non un fungo può albergare sulla nostra pelle, non un batterio di quelli utili alle nostre difese immunitarie sembra resistere ai prodotti aggressivi che adoperiamo. Una volta si usava il sapone e certe volte manco quello. Oggi si usa l’alcol. A tal proposito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che un prodotto sia igienizzante se possiede più dell’80% di alcol, ma la sua efficacia si manifesta già al 60%. C’è da chiedersi perché occorra pulire le mani con alcol. Quanti di noi toccano qualcosa che necessiti tale aggressività? Come se non bastasse, alcuni produttori prediligono aggiungere pure il cloro. In effetti il cloro ha ottime proprietà battericide, ma non è adatto al’uso quotidiano. Per non parlare di alcun detersivi che vantano lo sterminio di batteri, virus e funghi, che sono lì pronti ad aggredirci. La conclusione è che ci sottoponiamo ad una serie di sostanze altamente irritanti, soprattutto se usati male. In un rapporto della Commissione Europea, stilato dall’Università di Goteborg, si presta attenzione su un possibile cocktail che l’organismo potrebbe creare al suo interno dopo essere venuto a contatto con i vari prodotti per la pulizia. Insomma, ci laviamo le mani, poi passiamo lo straccio in cucina, finiamo per sterilizzare gli indumenti del nostro bambino e al nostro interno si crea una miscela chimica, che i talebani se la sognano. L’allarme è stato considerato così serio che è stata stilata una lista di accorgimenti, che prevede tra l’altro l’uso di guanti quando si lava, il divieto di mescolare sostanze diverse come ammoniaca candeggina ed aceto, il consiglio di non usare battericidi o disinfettanti e sorvolo, ma per motivi personali, sul non utilizzo di disincrostatori preferendo una pulizia regolare. Capitemi, quando proprio non va, un buon idraulico liquido ci vuole! Basta poco per lavarsi bene e soprattutto è sufficiente l’acqua. Molti dei prodotti cosmetici rendono questa azione più piacevole e magari lasciano una buona sensazione delle pelle, ma per pulire…basta l’acqua! Occhio al nascondiglio! Non mi veniva un altro titolo. Si perché, magari uno segue per davvero tutto quello che ho scritto (consiglio una visita psichiatrica) e poi non si accorge che l’antibatterico si trova lì dove meno te l’aspetti. Ad esempio: il deodorante. Uno famoso prodotto da una nota azienda ha utilizzato un principio a base di argento, noto per le sue indubbie capacità battericida, ma controproducente se usato quotidianamente perché determina un aumento della resistenza dei batteri. Che fare? L’idea è di ritornare al nostro passato, quando cadeva la fetta di pane e le si soffiava sopra prima di farne un sol boccone. Quando potevamo infilare in bocca ogni cosa, beccandoci la sgridata ma facendo quella faccia innocente di chi non ha colpa. Quando il sapone si usava per pulirsi le mani e non bisognava chiedersi se in casa c’era un trapiantato al punto che bisognava pulire tutto a fondo. Perché l’idea di tagliare le verdure in cucina con quei guanti, come nella foto, proprio non mi solletica.
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