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Rubrica di Opinioni di Francesco Raspa |
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Gli “stranieri” di Soverato
Personalmente, non sono un elettore di questa giunta, ma non posso non considerare che a votarla siano stati i cittadini residenti a Soverato. Non vi è stata, dunque, un’azione piratesca volta a conquistare la municipalità, ma bensì una “consegna” democratica da parte degli indigeni, che sono (siamo) i residenti del luogo. Non ho una statistica sui natali dei precedenti consiglieri, ma credo vi fosse una significativa rappresentanza di antichi indigeni. Eppure, la precedente o le precedenti amministrazioni appaiono molto criticate. Non sto a scrivere se a torto o a ragione, ma questioni ne sono sorte. Il problema è dunque riflettere se una amministrazione possa essere meglio governata da antichi indigeni o “stranieri”. In fondo se ci fossero ottimi amministratori indigeni saremmo ben contenti di affidare loro le sorti del comune. E se ci fossero ottimi amministratori “stranieri” saremmo, credo altrettanto contenti. Dunque parrebbe, a mio modesto avviso, che la questione non sia la “nazionalità” del consigliere, bensì la sua virtù politica. D’altronde gli eletti sono tali perché qualcuno li elegge. Potrebbe sorgere il dubbio che, probabilmente, Soverato sia, in ultima analisi, più ricca di “stranieri” residenti, che di indigeni di vecchia data. Altrimenti non si spiegherebbe una così cospicua presenza di extra-soveratesi in seno alla Pubblica Amministrazione. Guardando al futuro, cioè alle prossime elezioni (in qualunque momento esse avverranno) si può immaginare la creazione di una lista civica nella quale, definito con precisione un senso di appartenenza alla città, tramite esame accurato di natura genealogica, verranno candidati cittadini di razza pura (cioè soveratesi da sette generazioni). Speriamo, per gli esteti della razza, che vi sia un numero sufficiente di persone da candidare. E ovviamente un numero altrettanto ampio di elettori per votarli. Una città moderna abbraccia tutti coloro che vi giungono (con onesti propositi), li accoglie nel tessuto sociale e spera che essi contribuiscano a farla crescere. Chissà perché si pensa agli “stranieri” se provenienti da Montepaone Lido, quando nelle scuole si insegna a essere cittadini europei. Francesco Raspa
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