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Rubrica di Salute & Benessere a cura di Filippo Apostoliti |
Numero 47 - Per eventuali Richieste e Consigli scrivere a: info@soveratoweb.it |
Il disturbo bipolare Quando il nostro umore, il pensiero e il comportamento oscillano tra fasi di eccitamento (mania) e fasi di inibizione (depressione) si parla in termini medici di disturbo bipolare. Si tratta di una patologia cronica ad insorgenza per lo più in età giovanile (nelle sue forme più gravi, nella adolescenza), con incidenza nella popolazione generale, che è andata incrementandosi negli ultimi 10 anni dallo 0.1% al 5% e con elevata incidenza di suicidarietà. Non da ultimo, questo disturbo è frequentemente associato ad abuso di alcool ed altre sostanze, con importanti ricadute sulla possibilità di realizzazione esistenziale delle persone che ne sono affette. Nell’eccitamento abbiamo energie eccessive, pensieri accelerati (veloci), originali, atteggiamento ottimista, propositivo o provocatorio. In questa fase si ha la percezione del successo in ambito lavorativo, non si intravedono ostacoli e le persone che non ci assecondano sono criticate o aggredite. Se la persona arriva a delirare i temi sono di grandiosità o persecutori, mistici, inventori. Nella fase depressiva abbiamo umore triste, malinconico con energie minori, affaticabilità, difficoltà di concentrazione. In questa fase la motivazione viene meno, vi è mancanza d’iniziativa, difficoltà nella formulazioni dei pensieri, sentimenti di inadeguatezza e se la persona, in questa fase, arriva a delirare i temi sono, solitamente, di colpa e di rovina. E’ in questa fase depressiva che i pazienti di solito ricorrono ai clinici. A seconda dell'intensità dei sintomi si distinguono diverse forme di disturbo bipolare. Nella forma "tipo I", o psicosi maniaco-depressiva, vi sono fasi cosiddette maggiori, cioè più gravi, fino alla perdita del contatto con la realtà e alla comparsa di allucinazioni e deliri(sintomi psicotici). Nella forma "tipo II" c'è depressione ricorrente alternata a fasi di eccitamento più attenuate, senza perdita del contatto con la realtà (non vi è psicosi). Esistono forme attenuate (disturbo ciclotimico) in cui le fasi sono di minore gravità clinica. Molto importante è la considerazione di questo concetto: Il Disturbo non consiste né nella depressione, né nell'eccitamento, ma in una tendenza all'instabilità dell'umore, a cicli, in cui depressione e mania possono essere due momenti dello stesso ciclo (qui parliamo di fase miste cioè sostanzialmente fasi di eccitamento in cui però l'umore, preso isolatamente, è malinconico o irritabile o disperato, comunque negativo, mentre il comportamento è agitato, frenetico-aggressivo). Due sono le evoluzioni cliniche di tale disturbo. Nel tipo I (forma più grave) ci può essere un progressivo distacco dall'ambiente circostante, specialmente se i sintomi psicotici(deliri e allucinazioni in particolare) sono frequenti e gli intervalli liberi da sintomi sono brevi. Nelle forme attenuate di solito l'evoluzione è verso una forma di insoddisfazione cronica, in cui dominano la noia, sentimenti di vuoto, la delusione, la mancanza di motivazione e la difficoltà nel costruire rapporti stabili. Le persone possono rimanere adattate e produttive, ma essere relativamente infelici o in costante conflitto con familiari, amici, partners. Se non trattate, le forme di disturbo bipolare hanno fasi sempre più frequenti e lunghe, fino alla continuità tra un’oscillazione e l’altra. Il trattamento da parte dei medici di tali condizioni cliniche-psicopatologiche consiste nella stabilizzazione del quadro clinico cercando di attenuare la ciclicità umorale-affettiva. Un aspetto favorevole di questa patologia così invalidante è per contro la possibilità di ottenere importanti remissioni, fino alla totale scomparsa di qualunque manifestazione sintomatologica, anche per anni o decenni, quando i pazienti sono adeguatamente trattati con terapie a lungo termine, ed in questo, la categoria degli “stabilizzatori del tono dell’umore” riveste un ruolo molto importante. Dr.
Francesco Corasaniti
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