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Soverato, la festa
della Madonna a mare La festa della Madonna di Porto Salvo, comunemente chiamata «Madonna a mare», rappresenta - per Soverato - sicuramente il giorno più gioioso e partecipato dell’anno. Si tratta di un grande evento mariano che, nella seconda domenica di agosto, culmina in un’imponente processione tra le acque dello Ionio, richiamando sul litorale un incalcolabile numero di presenze, tra fedeli e turisti. La statua della Vergine (che i pescatori locali considerano loro protettrice), dopo aver percorso le vie cittadine fino al mare, viene issata su una motovedetta della Guardia costiera, che poi guida il corteo delle imbarcazioni dopo la benedizione delle acque marine. Per i soveratesi e per tanti altri fedeli che accorrono sempre più numerosi anche dai paesi del circondario, è senza dubbio una giornata anche di particolare suggestione. Diventa davvero difficile (per qualsiasi) trovarsi lì ad assistere a questo evento senza farsi coinvolgere emotivamente. Il fascino è intenso, fra lo sfolgorio delle luci delle barche, il suono delle sirene, la partecipazione dei natanti, ecc. «Questa festa, ormai storica, dedicata alla Madonna di Porto Salvo» - racconta a Gazzetta del Sud il prof. Giuseppe Pisano, storico del luogo - «inizia già di primo mattino, la domenica, con la celebrazione della Santa Messa, alla quale partecipano autorità civili e militari. Il raduno avviene poi nel pomeriggio, intorno alle ore 17, presso la chiesetta dei pescatori. Da qui s'intraprende il cammino verso il mare. Dopodiché, la Madonna viene poggiata sulla prua dell’imbarcazione ospitante e inizia la processione verso i confini, a sud e a nord della città; mentre dalla costa, al suo passaggio, i fedeli festeggiano in vari modi: con tuffi, fuochi pirotecnici e altro». La devozione della Madonna a mare, a Soverato ha origini molte remote. È venerata dal 1901 in una chiesetta ubicata nella centralissima via San Martino. Si narra che nell'anno 1906 - durante una tremenda tempesta di vento - un ufficiale della Marina militare (il capitano di lungo corso, Rocco Caminiti), «assistendo impotente alle onde alte che minacciavano ostinatamente di compromettere la sua nave», trovò modo di supplicare l'aiuto della Madonna, facendo voto che, in caso di salvezza, sua e dell'intero equipaggio, avrebbe provveduto a promuovere ogni anno solenni festeggiamenti in suo onore. Il prodigioso miracolo non si fece attendere. Sicché, la famiglia Caminiti, tenendo fede alla promessa, fece edificare una chiesetta, oggi comunemente chiamata, per l'appunto, «chiesetta dei pescatori». Ebbe inizio così questa suggestiva «processione a mare» soveratese. «La festa della Madonna di Porto Salvo, qui a Soverato» - aggiunge, dal canto suo, il prof. Pisano - fu interrotta, nella sua storia, soltanto una volta, nel 1955, a causa della morte improvvisa del senatore Filippo Caminiti, figlio del capitano-miracolato Rocco. Su iniziativa dei pescatori di Soverato e della stessa famiglia Caminiti, poi, la festa riprese il suo cammino senza più subire fino ad oggi altre interruzioni». «Vorrei sottolineare nella circostanza, se mi si consente», prosegue ancora Pisano, «il forte attaccamento che Soverato dimostra da sempre nei confronti della Vergine e dei valori cristiani. Non va dimenticato che fino a qualche secolo addietro, o giù di lì, la frazione Marina, su cui oggi sorge la città, si chiamava proprio Santa Maria di Poliporto. Su questo e sull'antica Suberatum, lo storico salesiano don Giovanni Gnolfo peraltro ha condotto negli anni - come tutti sappiamo - approfonditi studi, dando vita a diverse interessanti pubblicazioni; una vasta pubblicistica che va dal primo villaggio nella zona di Santicelli, o di San Nicola (fondato dai Siculi), al villaggio greco-romano di Poliporto o Paleporto, fino all'epoca più recente». A questo punto, pensando proprio ad epoche più recenti, verrebbe spontaneo chiedersi: si può parlare del grande culto mariano soveratese, senza fare un minimo accenno a un capolavoro artistico che riguarda proprio la Madonna e la città di Soverato? No. La città offre ai visitatori più attenti anche l’incanto di qualche meraviglia del passato. Ne è esempio paradigmatico la chiesa della Santissima Addolorata di Soverato Superiore, che custodisce al proprio interno una «Pietà» di Antonello Gagini, in marmo carrarese, proveniente da un monastero agostiniano situato nel vicino comune di Petrizzi. Vincenzo Pitaro Giornalista Gazzetta del Sud, pag. Cultura, di Giovedì 9 Agosto 2012 © Archivio: www.gazzettadelsud.it © Copyright
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