Il Fantasma del Fabbro - Ne farai di strada!

IL FANTASMA DEL FABBRO

Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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Così dicevano, un tempo, i maestri e genitori orgogliosi dei loro pargoli: ne farai, di strada! Un tempo! Oggi, invece, di strade se ne fanno ben poche, e quelle che iniziano, non giungono mai alla fine, e restano ad eterna memoria delle sfacciate bugie.

C’è una Superstrada delle Serre, lo sapete? Alla metà degli anni 1960 (io frequentavo la Media!), un branco di politicanti, alcuni dei quali ancora in attività, attività si fa per dire, la promisero al popolo bue. Nel 1971, e mi piglierei a ceffoni, io, sì, proprio io, a dimostrazione che anche i più scettici e furboni ci cascano, io, sì, io, così dissi alla bella e vibonese fanciulla con la quale conducevo allora un inteso e travagliato amore: “Cara, non temere, fra poco finiscono la Vibo – Soverato, e vederci sarà più facile”. Non la vedo dal 1982, e la strada ancora non c’è. No, c’è un pezzettino, la tangenziale di Chiaravalle, più due, dico due svincoli di Argusto, nota e popolosa metropoli. Da Chiaravalle a Simbario, qualche traccia di lavori. Fine.

Da uno degli innumerevoli svincoli di Augusto, bisognerebbe raggiungere Gagliato; e sussiste, infatti, un accenno di strada, però sta lì, solitaria, coperta di sabbia, e, periodicamente, di erbacce. Notizie, nessuna.

Senza aver finito la strada, un giorno si misero a costruire la bretella Gagliato – Petrizzi, due città, come tutti sanno, piene di auto e traffico. E giù a sbancare un’intera montagna, e muri di sostegno, e ponti, e viadotti, e... e basta, silenzio assoluto. “Cresce l’erba sopra le fosse”, canta il Pascoli! e sulla bretella prospera il finocchio selvatico, e qualche ginestra. Bene: siamo o non siamo amanti della natura?

Gradirei anche che, assieme a me, lo chiedessero i seguenti signori: senatori, deputati, consiglieri regionali, provinciali, sindaci, consiglieri comunali, presidenti di Comunità, Gal e Asl, nonché parroci e intellettuali. Ma già che agli intellettuali le strade non interessano: loro, i dotti, stanno sempre in casa, soprattutto quando in giro c’è qualche occasione culturale.