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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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FEDE E ARTE PER LA FESTA DI S. GERARDO
LA PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA, l’ASSOCIAZIONE AMICI DI SAN GERARDO, LA COMPAGNIA DEI SOGNATTORI presentano Alfonso e Gerardo, Quadro sacro di Ulderico Nisticò, Regia di Tonino Pittelli; Saluti di don Giorgio Pascolo, Presentazione di Anna Maria Papatola; Con: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori: Salvatore Gualtieri; Carmelina: Angelica Prunestì; San Gerardo Maiella: Teodoro Alcaro; musiche di Giovanni Donato e Angelo Greco; e il Coro di Maria SS. Addolorata, Giovedì 15 ottobre 2009, Ore 21.00, Chiesa Matrice di Soverato Superiore.
Così recita la locandina che invita tutta la cittadinanza alla conferenza spettacolo per la Festa gerardina. La formula, sperimentata con grande successo di pubblico per la festa patronale dell’Addolorata, viene ripresa in onore dei due grandi santi redentoristi, il fondatore sant’Alfonso Maria de’ Liguori e il nostro san Gerardo; il nobile e dotto e grande avvocato Alfonso, l’umile contadino Gerardo, ugualmente giganti della religione.
Fede e arte, da sempre unite. Ogni arte umana ha, storicamente, un’origine religiosa. Si costruirono prima i templi e poi le case; si cantò prima il Cantico della creature e la Divina Commedia, e poi, solo molti secoli dopo, i solipsismi sterili dei più o meno sedicenti poeti laici, la cui versificazione morì molto prima di loro. E la musica moderna nacque con la Controriforma e il Palestrina. È perciò ovvio che in onore della Fede si adoperi l’arte dello scrivere e del recitare e cantare e suonare. Chi canta prega due volte, insegna s. Agostino: a patto, chioso io, che canti bene! E don Bosco ripteva: “Noi facciamo consistere la santità nello stare sempre allegri”, cioè creativi, attivi, soddisfatti di sé, e in pace con Dio e con se stessi, e perciò con il prossimo: in quest’ordine naturale.
Non a tutti ciò piace. C’è una venatura di calvinismo e di quel protestantesimo mascherato che fu il giansenismo, che serpeggia purtroppo anche nella Chiesa, e odia tutto ciò che è sano, bello, forte, piacevole, sereno; in cerca di qualche masochistico tormento interiore alla Pascal. Costui disse che “l’uomo è una canna che pensa”: nulla al mondo, dichiaro io, mi può essere più alieno. Il giansenismo, del resto poi sfociato nel peggiore giacobinismo, è stato condannato dalla Chiesa nel 1713, condanna ripetutamente rinnovata in seguito.
Perciò, secondo la più pura tradizione cattolica, offriamo parole e recita e musica al nostro s. Gerardo e a quella figura grandiosa che fu s. Alfonso. Il popolo sarà presente in massa come l’altra volta e come sempre. Intellettuali e giansenisti se ne resteranno a casa a bruciare di rabbia e di invidia: peggio per loro.
Ulderico Nisticò
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