Il Fantasma del Fabbro - Città o Villaggio?

IL FANTASMA DEL FABBRO

Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

Numero 88 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it

Dicono, e ci viene ripetuto in ogni occasione congrua o incongrua, che Soverato è la terza città della provincia di Catanzaro, nonché la Rimini del Sud, la Taormina del Nord eccetera, nonché il capoluogo del Comprensorio, a parte che è la Perla dello Ionio e dintorni. Dev’essere, pensano dunque i forestieri, una metropoli. E in effetti conta ospedale, scuole, compagnia Carabinieri, comandi di Finanza e Marina, scuole, uffici... formalocchiu!

Però ci sono un paio di cosette per cui Soverato non è affatto né metropoli né città, ma un piccolo villaggio: la farmacia sempre una, e uffici postali del tutto inadeguati. Della farmacia parlo dal 1976, e nessuno si commuove. Tutto legale, s’intende: però, per un vecchio reazionario quale io sono, legale non vuol dire necessariamente lecito. Ma proviamo con l’ufficio postale.

Esco ora da una fila terribile, e ho lasciato alle mie spalle una folla in paziente attesa. Per forza: la popolazione è numerosa, e per di più Soverato è un luogo di flussi; gli sportelli sono pochi, a parte che non sempre sono tutti aperti. Che fare? Elementare: aumentare gli sportelli, o meglio aprire un altro ufficio. Semplice, no?

E invece no, perché? Perché gli uffici in genere vengono istituiti o soppressi secondo il numero di abitanti, e Soverato, terza città eccetera, di abitanti ne ha meno di diecimila, cioè poco più di Chiaravalle, e due o tre mila più di Guardavalle o Borgia.

Dite voi, ma sei matto: si vede ad occhio, che Soverato di abitanti ne conta tanti, tanti di più, almeno il doppio. Giusto, giustissimo, ad occhio si vede. Abitanti, però, anime, mica residenti! E per le innumerevoli burocrazie d’Italia, contano i numeri, le cifre ufficiali, non il colpo d’occhio! C’è un mare di gente che vive a Soverato, e perciò fruisce dei soveratesi servizi, però risiede altrove allo scopo di recarsi in questo altrove una volta ogni cinque anni a votare per il cugino sindaco. Una situazione irregolare, di cui Soverato paga le conseguenze, e, perché no, le spese.

Vogliamo provvedere? O si vuole evitare di dare fastidio a qualcuno, o di pigliarsi un impiccio? Una risposta? No, sarebbe troppa grazia. Meglio il muro di gomma. Tenetevi farmacia e poste che avete, cari compaesani.