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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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LEZIONI DI TEATRO
Cosa ci vuole per fare del buon teatro? Semplice: un testo teatrale degno di questo nome; un regista che lo capisca e lo immagini in scena; degli attori intelligenti e padroni del palcoscenico; una scenografia adeguata; luci e musiche; e, non dimentichiamolo, anzi ne è parte integrante, un pubblico bene educato alle regole dell’arte. Tutte queste cose ce le ha regalate, al Comunale di Soverato, Tempo Nuovo di Chiaravalle con La eccezione e la regola di B. Brecht, un lavoro arduo, affrontare il quale è già un atto di coraggio; e tutti gli ingredienti: il pubblico numeroso e attento; luci ed effetti di Pino Procopio, musiche di Moni Ovadia, costumi di Mariana Diaco, fotografia di Nicola Gullì e direzione artistica di Franco Procopio; Franco Candiloro in veste di regista fantasioso e rigoroso; e attori all’altezza del difficile compito: Umberto Palmeri (il padrone); Piepaolo Macrì (il servo); Franco Procopio (la guida); Innocenzo Messina (l’oste); Melissa Salerno (la vedova); Francesca Borello, Anna Maria Taverna e Francesca Staglianò (i giudici). Il testo faceva tremare le vene ai polsi, e i giovani attori non se ne sono fatti spaventare: quando c’è la stoffa, e quando si vien ben istruiti e guidati! Sono questi i positivi effetti della scuola di teatro di Tempo Nuovo, e della linea, seguita da tempo dall’associazione, di non limitarsi ad ospitare compagnie di alto livello, e anche, con grande generosità, compagnie locali, ma produrre autonomamente dei lavori. Ricordiamo Il Giulivo, di Ulderico Nisticò, Premio Firenze Fiorino d’oro 2004; Il cilindro di E. de Filippo, I due gemelli veneziani di C. Goldoni e questo magnifico L’eccezione e la regola. Una lezione di teatro, o forse meglio, una lezione di cultura alla cultura locale. Il nostro territorio ha tutto quello che occorre per creare ogni genere di arte, letteratura, teatro, cinema. Cosa ce lo impedisce? Ma la tentazione del dilettantismo, del farsi spalla a vicenda nel dar corpo alle ombre, delle facili scorciatoie, senza pretendere quel minimo indispensabile che è la qualità. Ulderico Nisticò |
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