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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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ILLUMINISTI E SOFISTI
Gli illuministi sì che erano cittadini del mondo, detti anche cosmopoliti: altro che Ulderico, povero provinciale! Quando infatti quei philosophes (non significa mica filosofi: al massimo, si traduce opinionisti) sono riusciti ad andare al potere, hanno decapitato e saccheggiato e bruciato e violentato prima sì solo in Francia, ma poi anche in Germania, Italia, Spagna, Russia, e dovunque siano arrivati; e sempre in nome del popolo immaginario che avevano in testa; finché i popoli veri non li cacciarono a pedatoni e peggio, dalla Santa Fede in Calabria a Waterloo. Illuministi: Dio ce ne liberi, e con loro ci liberi da liberté, égalité e fraternité massonica! E da quelli che tirano fuori il XVIII secolo per mettere una pezza a colore sul XXI. Raspa, che quando legge il mio nome si inalbera, prima mi fa dire quello che non ho detto, e poi mi risponde a quello che ha scritto lui giocando maldestramente sulle parole. Si chiama sofisma. Avesse capito, il Raspa, dove andavo a parare: e mica ci vuole una zingara! Spero che i destinatari del messaggio, del resto chiarissimi per nome e cognome e carica pubblica, siano più intuitivi. Non li chiamo per nome solo perché l’argomento è un altro: presto lo farò, state tranquilli, a proposito di politica culturale soveratana. Come sanno tutti, se io una cosa non la dico, o non la dico per il momento, potete ipotizzare tutte le cause di questo e dell’altro mondo, meno una: che io abbia interesse o paura. Ho, sotto gli occhi e le orecchie di tutti, “artigli che a ben altro leon trasser lo vello”. Il problema, ovviamente, non è se uno è forestiero o paesano o marziano, ma la qualità della sua arte. Anche Michelangelo era fiorentino e Giulio II ligure, e hanno dipinto la Sistina a Roma. Perciò, se vale la pena, si può far venire un forestiero anche dalla Cina: ma ne vale? Anzi, io non ho nemmeno discusso la stagione 2010; e nemmeno la recitazione di Calabretta. Dico e ripeto un giudizio negativo su trame, tensione scenica e linguaggi, sia dialettali, sia, peggio, in lingua, di quando l’attore in parola vuole fare anche l’autore. Basta, tutto qui, invitando l’ottimo attore a scegliere solo testi altrui. A mio modesto parere, s’intende. A Raspa, invece egli pare uno dei massimi scrittori italiani di teatro: de gustibus... Beh, un bastian contrario, ogni tanto, ci può stare, è persino piacevole. Se pensate che, in mezzo a 5.000 spettatori di Resurrexit, più non so quante migliaia in tv, più tantissimi che hanno comprato i dvd, Raspa è l’unico a cui non è piaciuto... che originalone! O non l’ha manco visto? Probabile. Ulderico Nisticò |
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