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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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RIPETO E CONFERMO
Rispondo a Raspa. Magari qualcuno dei miei adulatori mi criticherà perché io non faccio come certi paramafiosi del muro di gomma, che, non rispondendo, sperano nell’isolamento dell’avversario. No, io vengo da una tradizione classica e medioevale di feroci polemiche, quella per cui Aristofane prese in giro sanguinosamente Socrate, e Cecco Angiolieri niente di meno che Dante. Mi piace replicare: anzi, complimenti a Raspa che, sia pure maldestramente, almeno prova a dire la sua. Di Soverato o di Canicattì, il punto è se un testo teatrale è fatto di una trama decente, di un tantino di inatteso, di linguaggio espressivo. Quando lo è, benissimo; quando no... no! E chi non è all’altezza, è meglio che non ci provi. Mediocribus esse poetis, non homines, non di, non concesssere columnae, canta Orazio: ovvero, la letteratura è come un aggeggio elettronico: o è perfetto, o non funziona, e, non essendo riparabile, è meglio buttarlo via. Esattamente come io non gioco a pallacanestro, e non pretendo di essere considerato un campione del cesto, nemmeno dai miei adulatori. Adulatori, io? Beh, quando mi danno tre volte il Premio Presidenza del Consiglio dei Ministri per la storia, spero che lo abbia assegnato una commissione di storici, e ne sono soddisfatto; idem per il Premio Chiaravalle in compagnia di Vittorio Gassman e Folco Quilici; o il Fiorino d’oro, eccetera... Ma agli applausi paesani ci sono abituato fin da quando recitai nella primina; eccetera per convegni, conferenze, tv... Cosa volete che mi facciano, quelli di ogni giorno? Poi succede che a Raspa la bile prenda la mano, e se ne esca con insinuazioni di bassa, bassissima lega. Tranquillo, e chiamo testimoni quanti ne vuole: io per convegni, conferenze e cose del genere, non piglio un centesimo, e non lo chiedo. Ho una teoria, quella del novantanove più uno: novantanove cose le faccio gratis, e quando alla centesima mi pagano, mi pagano per tutt’e cento. Ha mai sentito parlare, il mio Zoilo, di diritti d’autore? Zoilo, chi era costui? A proposito di pagare, ripeto che la mia allusione è rivolta a chi ha orecchie da intendere, di cui, a momento opportuno, farò il nome; ma che intanto penso abbia capito. Messaggio cifrato, per ora, criptico. Riassumendo: ad ognuno l’arte sua; e chi non sa fare bene una cosa qualsiasi, è meglio se non ci prova. Il dilettantismo, ecco uno dei mali atavici della Calabria. Vale anche per il conato di ironia, la quale è un’arte davvero non alla portata di tutti. Ulderico Nisticò |
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