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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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LETTERA APERTA A SCOPELLITI
Caro Peppe, grazie per averci liberato da Agazio Loiero e dal loierismo trasversale. Detto questo, e siccome non si può continuare a ragionare in negativo, ovvero meglio Y che X, vediamo com’è che tu potresti, secondo me, conquistarti un piccolo posto se non nella storia almeno nella cronaca della Calabria. Non è vero, premetto, che non si possono fare miracoli. In Calabria, anzi, è facilissimo: se qualcosa funziona, è già un miracolo. Ma entriamo in argomento, con questi piccoli suggerimenti: 1. Chi picchia per primo, picchia più duro. Ovvero, i segnali che tu devi mandare ai calabresi devono essere mandati subito, fin dal giorno dell’insediamento. Tutti devono capire che non ci sarà nessunissima continuità con nessun passato dal 1970 al 2010, che, senza eccezione, ha fatto solo pena e la Calabria è l’ultima d’Europa, ma ci sarà una rottura traumatica e senza alcuna pietà per nessuno nè di persona nè in memoria. 2. Il bubbone della Calabria è la burocrazia, la quale non funziona o per incapacità o per dolo. Devi provvedere con la massima durezza, e con l’esempio, e con severi provvedimenti. Dici tu, i sindacati... eh, nessuna legge ti vieta di pubblicare sui giornali i nomi dei funzionari bravi e di quelli inetti! 3. Bisogna spendere, e per spendere intendo dire mettere in giro fogli da cento euro, non artifici contabili, tutti i fondi europei, nazionali e regionali fino all’ultimo centesimo. Meglio sperperarli in Calabria che rimandarsi a Bruxelles o lasciarli poltrire in banca. Ma spero siano spesi bene. 4. L’immagine della Calabria è gravemente compromessa da una culturella piccolissimo borghese fatta di depressi e deprimenti piagnistei con vago buonismo veltroniano, o, in alternativa, sorrisi da bimbi scemi. Urge un’altra cultura, più bella, più sana, più forte e più vera. È necessario combattere sia la mafia sia professionisti dell’antimafia segue cena: la prima, con arresti e condanne, la seconda ignorandoli. Facile, tanto fuori del paesello e del TG3 non li conosce nessuno. Il radicale cambiamento di classe dirigente culturale è ancora più importante di quella politica e burocratica. 5. Il territorio calabrese è assai disomogeneo. Occorre subito un’occhiata alle aree più trascurate. Tra queste, ahimè, il Soveratese. Colpa nostra, è vero. 6. La Calabria non è la California, ma ha molte risorse potenziali: allevamento, agricoltura, artigianato di qualità, turismo. Il concetto che la nuova Regione deve sostenere è il meno possibile di passacarte e gente comunque seduta, e il massimo di lavoro e produttività; e vanno assistiti solo i malati gravi. 7. La sanità è un pozzo senza fondo. Coraggio, chiudiamo tutto il chiudibile. Le proteste dureranno una settimana, poi tutti capiranno che va bene così, ed è meglio un ospedale serio a 50 km che uno sotto casa dove o non ti curano o ti ammazzano. Il resto, alla prossima puntata. Auguri.Ulderico Nisticò |
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