|
Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
Numero 113 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
SOVERATO FUORI GIOCO
Filippo Caminiti fu senatore tra il 1948 e il ’53, primo e ultimo di Soverato a ricoprire una carica di un certo peso. Da allora, a parte qualche raro consigliere provinciale, nulla di nulla, né quando c’era il centrosinistra, e nemmeno ora che la destra ha trionfato. Non voglio entrare nei particolari, cioè chi era candidato e perché ha preso pochi voti. Non basterebbe a spiegare il fenomeno, che non è del 28 marzo ma epocale. Secondo me, le cause sono: 1. Da Squillace a Guardavalle si contano meno abitanti della sola Lamezia T., però divisi in 28 (dico ventotto) paesi quasi tutti paeselli, ognuno dei quali si crede l’omphalòs tes khthonòs, ovvero ombelico del pianeta, e guai a chi è del paesello confinante. Non è dunque possibile intavolare un qualsiasi discorso unitario, figuratevi concentrare i voti su una persona sola! 2. Il medesimo territorio tra i torrenti Alessi e Stilaro è scarsamente o nulla produttivo ed economicamente rilevante. La campagna è abbandonata, le industrie non ci sono, il turismo dura due settimane se va bene. Chi volete che si accorga di noi? 3. Il chiamiamolo così potere contrattuale del Basso Ionio è perciò bassissimo nei confronti di tutti in politica e no. 4. Stampa e tv regionali ci trascurano anche in caso di omicidi. 5. Il peggio è che quasi nessuno dei suaccennati circa 70.000 abitanti ha un nome al di fuori del proprio condominio; e mai mi capita di incontrare uno di qui in una qualsiasi delle infinite occasioni pubbliche cui partecipo fuori di Soverato. Nessuno nemmeno nel pubblico, mica pretendo tra i relatori! Illustrissimi sconosciuti nel privato, meno che meno contano in politica. Che possiamo fare? 1. Dovremmo inventarci un qualcosa per creare una mentalità di comprensorio, in politica come in tutto il resto; e arrivare, prima o poi, a pretendere maggiore considerazione. Pretendere? No, mi sbaglio: diciamo, meritare. Per ora, non ne meritiamo. 2. I paesucci vanno semplicemente accorpati: molti di loro contano meno di 500 anime, per metà abitanti altrove undici mesi e ventinove giorni l’anno. Minimo 20.000, amici. Non se la scansa nemmeno Soverato. 3. I nostri amati cittadini devono imparare a mettersi in macchina e farsi vedere altrove, parlare, scrivere, dichiarare, criticare con argomenti e non con ingiuriette generiche... Questa sì che è un’utopia! Ma se non partecipano ad un convegno manco sotto casa; manco a casa loro, se andassimo a domicilio: quella sera, direbbero di avere l’emicrania, gli intellettuali! PS1. Magari qualche paesanello in preda alla bile malata mi eccepirà che non è vero: i rappresentanti di altissimo livello li abbiamo avuti da queste parti, eccome. Niente di meno che il presidente Giuseppe Nisticò detto Pino, quasi di Soverato, seguito quasi a ruota dal presidente Giuseppe Chiaravalloti detto Peppino, di Satriano. Giusto! Com’è, secondo voi, che me ne sono scordato? Ma perché non hanno fatto niente per la Calabria intera, immaginate se facevano qualcosa per il Soveratese. Ai fini del nostro discorso, pur essendo per altro degnissime persone, equivalgono a zero. PS2. Anche Agazio Loiero è di origine guardavallese e vive a Stalettì. Il 99,9 dei lettori lo apprende in questo momento, suppongo. Idem come per Chiaravalloti e Nisticò. PS3: Francesco Galati di Montepaone... ragazzi, ma avete tempo da perdere? Io, no. Morale: non conta di dove uno è, ma quello che fa. In politica come in teatro o in libreria. Se uno fa male il politico, o non sa scrivere, non sa scrivere e non sa fare politica, di dovunque sia.Ulderico Nisticò |
Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it
ARCHIVIO
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese
|