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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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IL VESCOVO DI LOCRI
Il Soveratese, come andiamo ripetendo, non ha consiglieri regionali; ora scopriamo che non ne ha nemmeno la Locride, ovvero da Monasterace a Bovalino o giù di lì. La domanda nasce spontanea: se i fortunati vincitori sono, mi pare, 52, e il che, diviso per i circa due milioni di calabresi (ad abundantiam... ), dovrebbe dare un consigliere ogni 40.000 abitanti, e siccome, sempre all’incirca, tra Soveratese e Locride ci sono 160.000 anime, quindi dovremmo averne quattro, e invece ne abbiamo zero, dove sono andati a finire i nostri due e i due della Locride? Chi è che ne ha quattro più del giusto? Boh, uno qualsiasi: il guaio è che non l’abbiamo noi, e manco loro. Ma a Locri, nel silenzio più assoluto di tutti, ha preso la parola quello che, per vocazione monastica e per funzione ecclesiastica, si dovrebbe interessare di tutto tranne che di consiglieri regionali. Giusto, date a Cesare quel che è di Cesare, date a Dio quel che è di Dio... Eh, ma quando Cesare e dintorni, cioè i laici, sono muti come tombe, allora il vescovo fa come quando traballava l’Impero Romano, diventa, meritamente, defensor civitatis, e interpreta le legittime esigenze del territorio. Intinge la penna nel calamaio, e scrive a Scopelliti: ricordati di noi! Il Signore glielo renda. A Soverato, ahimè, non parla nessuno: esclusi i presenti, cioè io. Un altro frutto nefasto della scarsa socialità della Perla e Perlina. Oppure qualcuno sta parlando, ma micio micio, per conto suo? O qualcun altro, che ha votato per dei passanti di passaggio, spera di presentare il conto a titolo strettamente personale. Boh, se è così, lo vedremo. Intanto e come al solito, non ci filerà nessuno. Si dice che il sole riscalda chi vede, no? Pensate a senatori e deputati eletti anche con i nostri voti, che si fanno notare solo per rigorosa assenza. Lo stesso vale per quelli che hanno promesso, magari, che staranno qui notte e giorno; e non ne sentiremo l’odore manco da un secolo all’altro. Che fare? Se ci fosse la politica... quella vera, dico, con idee, confronti, scontri... ma non c’è. Se ci fosse la cultura, quella che si contamina con la realtà, non la lettura e ripetizione a memoria del libro di testo... in omaggio, ovviamente. Se ci fosse ancora l’uso di dialogare... ma no, ci sono solo ingiurie generiche di gente del tutto vuota di argomenti. Fortunati a Locri, invece, che hanno qualcuno a parlare per loro.Ulderico Nisticò |
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