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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
Numero 120 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
LA SETTIMANA DELLA CULTURA
Da tutte le parti, tranne che a Soverato, celebrano la settimana della cultura. Soverato no, è troppo perla, troppo turistica, troppo felice, troppo civile, troppo troppo per abbassarsi a banalità come libri, conferenze, convegni... Noi, in questa meravigliosa città, abbiamo il Lungomare! Formalocchiu! Ammesso che a qualcuno venisse l’uzzolo di celebrarla pure qui, potremmo, per esempio, visitare Soverato. Dite voi, Soverato? Ma noi ci viviamo... E invece sono pronto a scommettere che un bel mucchio di intellettuali e professori abitanti qui tra noi non ha mai visto manco per sbaglio la Deposizione del Gagini detta Pietà, che si trova non agli Uffizi o al British Museum, bensì nella chiesa di Soverato Superiore, e in ottima compagnia di un altorilievo della Passione detto Ecce Homo, di un Crocifisso ligneo e altri pregevoli oggetti d’arte e di artigianato di pregio. Se i dotti in parola venissero invitati... beh, costretti, oppure, meglio, “incentivati” a visitare il suddetto, magari uno di loro verrebbe colto da curiosità, e domanderebbe che ci faceva una statua del 1521 in un luogo dove, secondo i libri di testo – unica loro fonte di informazione, omaggio dei rappresentanti – c’erano solo contadini analfabeti e donne mute come tombe. Qualcuno spiegherebbe che la statua si trovava nel convento agostiniano detto a sua volta Pietà, e magari andremmo a visitare anche quello, benevolmente ospitati e guidati dai proprietari Corapi Fabrizi. Al ritorno, un salto a Soverato “Vecchio”, dove scopriremmo quando doveva essere bella la Matrice, se gli scavi di Elisa Nisticò e del suo gruppo hanno portato alla luce un elegante sagrato e tracce di intonaco policromo. C’è poi Santa Caterina, e il Palazzo, e le torri... Ma i ruderi, almeno quelli, li hanno visti i cinquemila spettatori di Resurrexit. Ecco cosa potremmo visitare a Soverato Superiore; ma una passeggiata la meritano anche certi caratteristici vicoletti, i due calvari e la misteriosa fontana di Caramante: chissà se significa davvero kare mantis, testa profetica? Del resto, di luoghi dal nome greco ce n’è in Soverato: Ciaramidìu, Carcara, Poliporto... Per visitare Poliporto, bisognerebbe aspettare una mareggiata; o, chi sa nuotare, può immergersi con maschera e pinne. Un intellettuale? Scherzate! Niente pesca subacquea tra i ruderi. Ci sono però le tombe sicule a grotticella, proprio di fronte. Che ci facevano i Siculi qui? Non lo so, chiedetelo a Tucidide, il quale afferma che Italo era un siculo. Chissà quanti dotti sanno che i Siculi sono strettamente connessi ai Latini? Abbiamo dunque parenti a Roma, anche se, bisogna riconoscerlo, fecero un tantino più carriera dei loro cugini della protostorica Soverato. E in marina, niente? Beh, è recente, direte... No, non è vero. Lo sapete che c’è... c’è, non c’era, un castello? Alzate gli occhi: si vedono ancora le torri. E la chiesa del Rosario ha una bella facciata eclettica tra neogotico e liberty, mentre liberty sono parecchi palazzotti del corso. Il resto, ahimè, sono i soliti condomini tutti uguali di tutto il piattissimo Occidente della civiltà di massa. Si potrebbe persino dare un’occhiata alla torre d’avvistamento di Galilea, che le cartoline illustrate chiamano di Carlo V; e, da lontano, vedere anche la torre Ancinala o Ravaschiera, che però è di Satriano. Un’occhiata bisogna darla anche a Sant’Antonio dall’elegante decorazione. Se fosse pronto, visiteremmo l’Acquario comunale; se fosse aperta, la Biblioteca; ma c’è la Biblioteca delle donne, una singolarità soveratese. Ecco che ho celebrato, da solo, la settimana della cultura. E siccome tutti i posti che ho elencati li conosco benissimo da quando ero bambino, è inutile che mi rifaccia il giro. Se chi non li ha mai visti li volesse vedere, e se chi di dovere si impegnasse ad organizzare qualcosa... Gratis, non vi preoccupate... Ma no, abbiamo il Lungomare! Il Lungomare è l’oppio dei popoli! PS: Astenersi perditempo, sbarcatori di Ulisse, storici della domenica, registi di video scopiazzati, scopritori dell’acqua calda, arruffoni, archeologici alla Indiana Jones, millantatori di credito e salvatori della cultura venuti da fuori. Ulderico Nisticò |
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