|
Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
Numero 134 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
RICORDO DI UN SOVERATANO
Enzo Cilurzo era un soveratano quant’altri mai, e, per chi lo è un po’ come lui, è difficile immaginare d’ora in poi Soverato senza di lui, senza la sua presenza continua e discreta, il suo sorriso bonario e ironico, le sue critiche frutto di lunga esperienza. Amava Soverato di un amore adulto, di quelli che non impediscono di castigare e giudicare; un amore rustico e ruvido, da uomo. La sua vita è stata lungo intelligente lavoro, dai tempi della mitica “Carcara”, e in parte la Soverato degli anni 1960 e ’70 è stata opera sua. Già, la “Carcara”, dal greco khalkeion, la fabbrica di mattoni che sopravvive solo nel nome di una via. Lavoro, famiglia e socialità erano la giornata di Enzo Cilurzo, sempre attento ai momenti importanti della città: era sempre lui che, in anticipo sui giornali, ci informava dei risultati elettorali; e che, con brevi e fulminanti battute, interveniva su ogni questione di interesse pubblico. Io godevo della sua stima e della sua amicizia, e gli devo più di un saggio suggerimento. Ha lasciato anche uno scritto di memorie, in cui rivive l’antica città, quando era ancora un paese, ma di ben altra levatura di produzione e lavoro. Per tutto questo, di fronte al suo feretro, voglio ricordarlo da vivo, e come se fosse destinato a vivere ancora fin quando ci saranno in Soverato dei soveratani; e, rinverdendo un uso passato, gli dico PRESENTE. Ulderico Nisticò |
Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it
ARCHIVIO
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese
|