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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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DOLOROSA STORIA DELLA (FU?) PROVINCIA DI VIBO
Premetto una notizia che con l’argomento c’entra di straforo, però ve la comunico lo stesso: un Governo che prima annunzia l’abolizione delle Province piccole e povere, e poi si rimangia di averlo detto, mi fa pentire di averlo votato. Dite voi: Allora voterai centrosinistra? Ovviamente, manco morto: questa sinistra da salotto, poi! Ma veniamo alla dolorosa storia di Vibo, Provincia che forse c’è e forse no. Storia vecchia, di tanti e tanti anni fa. Quando Filippo II, re di Spagna e di Napoli eccetera tra il 1556 e il ’98 e in vena di centralismo regio diede vita nel Reame alle province, e in Calabria ne pensò due, la Citra attorno a Cosenza, e l’Ultra; l’Ultra, come al solito, aveva problemi di capoluogo. Quello antico e naturale, Reggio, si rese inagibile per il saccheggio turco del 1594, l’anno stesso di Soverato; e la Regia Udienza era stata trasferita provvisoriamente a Seminara, poi a Catanzaro, dove, provvisoriamente, rimase quattrocento anni! Ma già allora affacciò la sua candidatura Monteleone, quell’Ipponio e Veipunio e Vibo Valentia che nel 1928 tornerà a chiamarsi così. La spuntò allora Catanzaro, anche per l’opposizione del conte di Monteleone, il quale evidentemente preferiva non avere Regi Uditori tra i piedi. Trascorsero due secoli, e Gioacchino Murat, creato re dal cognato Napoleone, ma trovandosi a combattere contro i Calabresi insorti per il legittimo sovrano Ferdinando di Borbone, e padroni della Sila, trasferì il capoluogo a Monteleone. Poco gli giovò nel 1815, quando sbarcò a Pizzo sperando in favorevoli accoglienze e non se lo filò nessuno; e morì fucilato. L’anno dopo nasceva il Regno delle Due Sicilie, e Ferdinando I ridisegnava le province, creandone in Calabria tre, la Citra, o Cosenza; la Ultra Seconda, o Catanzaro; la Ultra Prima, o Reggio; e ancora una volta restò fuori Monteleone. Luigi Razza, il ministro fascista, che restituì alla città il nome romano, promise anche la provincia; non se fece nulla per la sua morte improvvisa. Dobbiamo arrivare ai nostri giorni perché le aspirazioni di Vibo e Crotone trovassero buona fortuna. Ma che fortuna tisica, amici! Crotone è fatta praticamente di Crotone e Cirò Marina, e il resto, a parte le glorie sanseverinesi... beh, sorvoliamo. La provincia di Vibo è formata con una città che è manco un terzo di Lamezia, e una miriade di paesini piccolissimi. Peggio, per metterla assieme hanno fatto violenza alla geografia e alla natura delle cose, spingendola fino a Serra S. Bruno e persino a Nardodipace, che con Vibo hanno poco e nulla a che vedere. Adesso, se davvero sparirà, non la rimpiangerà nessuno. Volete metterla assieme a Catanzaro un’altra volta, o passarla a Reggio in continuità con la Piana di Gioia Tauro? Oppure aboliamo tutte le Province e creiamo delle suddivisioni regionali... bene inteso, non carrozzoni di passacarte né posti e stipendi per politicanti e portaborse, solo strutture di applicazione ai territori delle decisioni prese dalla Regione. Si può ragionare sui confini. L’ordinamento federale per Regioni e quello centralista per Province sono però in evidente contraddizione per ragioni concettuali e giuridiche. Ulderico Nisticò |
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