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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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IL CONTROLLORE GENTILE E LA PROLOCO
Vado a Napoli, dovendo tenere l’orazione ufficiale al convegno borbonico in Santa Chiara; e, caso rarissimo nei miei viaggi per l’antico Reame delle Due Sicilie, posso farlo in treno, invece delle solite scapicollate obbligatorie in auto come quella di Bitonto la settimana scorsa. Raggiungo perciò, in auto, ovviamente, Lamezia, e lì salgo, in incredibile perfetto orario, sullo intercity delle 11,02. Crepi l’avarizia, ho un posto in prima classe, carrozza 2, 86. Salgo, e intanto penso che scriverò un ultimo pezzo sulla Proloco. Penso, ma il posto 86, carrozza 2, prima classe, non ha un tavolino dove appoggiare il computer, e tanto meno una presa di corrente: è una vecchissima carrozza rattoppata, che di prima classe ha solo che si paga di più. Significo il mio disappunto al controllore, il quale, un reggino gentile come sono unicamente i reggini gentili, e con la faccia onesta di chi deve vergognarsi di colpe non sue, mi trasferisce l’imperio nella carrozza 1, posto qualsiasi, tanto ci sono io e basta! E qui, come il centurione romano del mito, posso dire a me stesso che manebimus optime. Non spaventatevi, è latino. Beh, ottimo magari no, però, meglio che niente. Intanto la mia ferace mente disavvezza all’ingannevole metodo deduttivo, però vichiana e perciò brava nel suo contrario, l’induttivo, induce dal caso particolare alcune considerazioni di carattere generale. Il Meridione è una terra arretrata, e la Calabria è l’ultima regione d’Europa. Nessuna meraviglia dunque, se ci sbolognano carrozze dismesse a Verona e Sondrio... e Bologna, a noi da sempre rassegnati al meglio che niente. Vedi strade e autostrada. Del resto, chi va a Napoli, dalla Calabria? Di sabato, i calabri intellettuali dormono, ammesso siano svegli da lunedì a venerdì: ma sabato, domenica... c’è il lungomare! Perciò, caro Ulderico, meglio che niente! La prossima volta che ti chiamano a tenere un discorso, rispondi pure tu che devi andare sul lungomare. Dite voi: ma tu non volevi parlarci della Proloco? Ma sì, ma sì: rivolgo l’ultimo appello ai soci. Illustri soci, votate per chi vi pare, però ricordatevi che sono le elezioni della Proloco, non altro. E cari dirigenti che risulterete eletti, tenete a mente che pure a poi io concederò i cento giorni, i quali scadranno, grosso modo, il 10, 12 settembre. Se avrete fatto bene, le mie lodi; se no, legnate quante ne ho inflitte a quelli di prima. A proposito di prima. Faccio sapere a chi non perde mai l’occasione di scrivere volgari idiozie e insinuare falsità e magari qualche poveraccio ci crede, quanto segue: 1. La Proloco non ha mai finanziato miei libri e convegni; 2. La Proloco non ha mai finanziato libri e convegni perché non ha quasi mai finanziato niente in genere; 3. La Proloco non ha mai finanziato niente perché non ha quasi mai fatto niente; 4. Se qualcuno ha finanziato miei libri di storia cittadina, il finanziamento consistette nelle nude spese di stampa, senza che all’autore o agli autori venisse mai una lira o centesimo. Se qualcuno afferma il contrario, ci vediamo in tribunale, carte alla mano. 5. Nella vita non ci sono solo i soldi, alla fine, come pensano quelli che in testa hanno solo i soldi, i soldi, i soldi... c’è anche il sublime piacere dell’inutile e del puro svago. PS: Per esempio, anche quest’andata a Napoli, detto tra di noi e non lo fate sapere ai tanti che verranno a sentirmi dalla città e dal Regno e applaudiranno all’unisono, è perfettamente inutile: però, ferrovie a parte, sarà una piacevole giornata. Così spero della cena, e, attesi i gustosi precedenti in tutte le Due Sicilie negli ultimi trent’anni, ne sono anzi sicuro. Ulderico Nisticò |
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