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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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CHE SORPRESA! DUE MORTI AMMAZZATI
Succede, che volete... siamo tutti peccatori... ogni tanto un incidente stradale, ogni tanto manca l’acqua, ogni tanto uno o due assassinati, ogni tanto manca l’acqua, ogni tanto si gioca una partita di calcio, ogni tanto si litiga per chi sale sulla barca e chi no o per la Proloco, ogni tanto bruciano le auto... così, con questo disordine di pensieri, questa insalata di notizie che i giornali svogliatamente riferiscono, e quasi nessuno legge. Compresi i morti ammazzati di Soverato, e figuratevi se succede a Gagliato, cioè a ben otto chilometri di distanza: chi se ne frega! Appena saputo che due signori erano stati presi a pistolettate e simili e trasformati in defunti, ecco accorrere le forze dell’ordine (segue elenco dettagliato, con nome cognome grado codice fiscale gruppo sanguigno... ), ecco aprire un fascicolo, ecco che passano mesi e mesi, e, nel caso migliore, si scopre che ad accoppare Tizio è stato Sempronio. Sempronio viene, con molta calma, processato e, forse, condannato; dopo un po’, esce. Francamente, che sia stato Sempronio o Caio o Mevio a freddare Tizio, io dichiaro, a titolo personalissimo, che non me ne impipa nientissimo. So bene, da buon conoscitore della realtà calabra ad oggi dai tempi del re Italo, che, nel 99% dei casi, Caio e Mevio e Tizio e Sempronio giocano allo stesso gioco, e uno perde e uno vince secondo come capita. In quanto abitante del territorio, io non sono preoccupato dei particolari, ma del generale. Quando gli assassinati sono tanti, e, si suppone, sono altrettanti gli assassini, il problema non è giudiziario ma politico nel senso più nobile, e va affrontato nel suo insieme. Ovvero, dovremmo chiederci cosa sta succedendo da qualche anno nel Soveratese, quali interessi, quali bande, quali rapporti più o meno coperti e da zona grigia. Chi se lo deve chiedere? Non i giudici, non i carabinieri, i quali fanno tutt’altro mestiere che i sociologi, e loro compito è sbattere in galera i colpevoli e gettare via la chiave; e guai se un giudice si mette a fare il filosofo, perché diventa di parte. Del degrado del Soveratese dovrebbero interessarsi, in quest’ordine: i deputati, senatori e consiglieri regionali e provinciali; i sindaci e consiglieri comunali; i partiti; i parroci; quella cosa strana che si chiama la pubblica opinione; e gli intellettuali. Chi è che tace come tartarughe e giraffe? I deputati, senatori e consiglieri regionali e provinciali; i sindaci e consiglieri comunali; i partiti; i parroci; quella cosa strana che si chiama la pubblica opinione; e gli intellettuali. Qualcuno può dirmi: ma tu, parli, a tuo rischio. Vero, ma io non sono minimamente un intellettuale, e chi mi chiama così lo querelo. Io sono un uomo nella piena maturità che, fra le tante cose che deve fare un uomo maturo, dedico qualche momento ad attività culturali. Gli intellettuali, parlare di cadaveri... no, c’è il Lungomare. Fino al prossimo morto ammazzato.Ulderico Nisticò |
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