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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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LETTERA APERTA AD UNA GENTILE SIGNORA CHE VUOLE DORMIRE
Una gentile signora la quale, lavorando la mattina, vuole dormire di notte, e ne ha tutto il diritto, si lamenta con me perché la notte medesima coloro i quali, e ne hanno tutto il diritto, vogliono svagarsi, e i locali che, avendone tutto il diritto, li accolgono, emettono rumori di varia natura, meccanica e umana, comunque molesti al di lei sonno, del quale ha tutto il diritto. Un bel problema, mettere d’accordo tutti questi legittimi e contrastanti diritti! La signora non è affatto la sola; e diciamo che, per strani effetti delle onde sonore, lo avvertono in molti e nelle zone antistanti il mare, e persino sulla Panoramica. Io, che nella mia vita ho avuto tutto tranne la fortuna, in una cosa sola fortunato sono, che, pur abitando in via I maggio 13, non sento un accidenti. Una sola, ma... meglio che niente! Misteri dell’acustica. Ma proprio per questi misteri, non so se si possono trovare dei rimedi tecnici come obbligare ad orientare diversamente gli amplificatori. Ci sono delle leggi, e magari andrebbero applicate: ci sono orari, è vero, ma ci sono anche sistemi di insonorizzazione. Qui mi fermo, giacché tali leggi sono che ci sono, ma non le conosco a fondo: chi ne ha il dovere, le applichi. Ma pretendere che, per esempio, a mezzanotte si smetta di suonare, è un po’ inattuale, visto che è a mezzanotte che di solito si inizia. Che fare? Il sonno di alcuni cozza contro lo svago... eh, no, anche contro il lavoro di altri, i quali, e lasciando perdere le bufale riminesche e taorminiane, se non altro campano, e mettono qualche soldo in banca, consentendo così anche ai bancari di vivere. Che fare? Che è successo, a Soverato? E qui devo prenderla alla lontana. L’urbanistica, che è una filosofia e non una tecnica, è propria solo dei grandi reazionari, i quali, per loro formazione mentale, badano prima al territorio che alle persone e ai loro comodi: esattamente così. Le democrazie, essendo fondate sul consenso, privilegiano invece le persone, e, in pratica, tutti i loro capricci. Chi paragona un piano regolatore tirannico come l’Eur o Littoria (Latina) con lo schifo umano dei vari Tiburtino III, IV, V, o il peggio del peggio di Corvo Aranceto a Catanzaro, vede con gli occhi la differenza tra il funzionare e il bello e il sano da una parte, e il degrado sociale, umano dall’altra. Soverato, negli anni 1960-90, detto da me il trentennio demosocialista da dimenticare, è stata devastata dall’assenza assoluta di ogni benché minima idea di urbanistica, e dal trionfo dell’accontentare un po’ tutti. Volete le scuole? Le scuole! Volete una caserma dei carabinieri nel bel mezzo del paese? Caserma! Volete i lidi? I lidi! Volete le case di edilizia economica e popolare? Ecco due terzi del paese ridotto a dormitori! Volete le giostre? Le giostre! Volete le case con vista sul mare? Ecco il mare! Volete gli uffici? Gli uffici. Il tutto, in addirittura 7,5 chilometri quadrati, di cui una buona metà calanchi inabitabili. E ora? C’è da ripensare del tutto Soverato: o spostiamo le case, o spostiamo le... stavo per scrivere discoteche... i grammofoni ad alto volume. O prendiamo sul serio i rimedi tecnici di cui sopra, studiandoli seriamente e imponendone l’adozione. Imponendone, non la solita ordinanza tipo cacca dei cani: stamani, con rispetto parlando, ce n’era una puzzolentissima che, in nome della par condicio, era collocata tra Miramare e S. Domenico: dov’erano i vigili, le guardie ecozoofile? PS: Alla gentile signora, e a qualcun altro. Quando cortesemente mi investite di un problema e chiedete che prenda una posizione, non c’è scritto nelle Dodici Tavole che devo essere per forza d’accordo con voi, e se obbietto qualcosa sono passato al nemico! Io la penso come la penso io; e nessuno vi vieta di scrivere e parlare come la pensate voi. Ulderico Nisticò |
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