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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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LETTERE E PESCI IN FACCIA
Quando il diavolo ci mette la coda... o un angelo le ali. Parte una lettera che dovrebbe restare segreta e riservata ai soli destinatari, e invece, per un erroruccio, finisce nelle mani sbagliate... o in quelle giuste, chissà. È una letterina di tre pagine fitte fitte, indirizzata ai membri del comitato Madonna a mare. Sorvolo sullo stile involuto e l’abuso di parole inventate sul momento, che non tollererei nel peggiore dei miei allievi: ma non succede. Sorvolo anche sull’inesattezza nel raccontare certi fatti, e ribadisco che, nella riunione del 16 ottobre 2009, non è mai stato chiesto lo scioglimento del Comitato, ma venne sollecitata la sola espulsione del “professore Ulderico Nisticò”, che sarei io; e la Curia arcivescovile ha agito di sua iniziativa e non accogliendo tale richiesta, ma trovando un espediente per salvare la faccia. Sorvolo perché poco e nulla m’importa del firmatario, se non quando, indossando i sacri paramenti e celebrando la S. Messa, non è più una persona, ma sacerdos in aeternum secundum ordinem Melchisedech. Dite voi, e allora, perché queste righe? Ma per farmi insieme a voi, cari lettori, due crasse risate alle spalle di quegli illustri signori che, sciolti e cacciati dalla porta, sono andati con gli occhi rossi e il cappello in mano come in Bocca di rosa a supplicare di essere riammessi dalla finestra. E credevano di aver raggiunto la sperata felicità. Poi si vede che qualcuno deve aver osato dire, che so, “chiudete la finestra” mentre al presidente piaceva aperta, e così manifestò una terribile esplosione del proprio io. E così, anche il nuovo Comitato, non essendosi dimostrato abbastanza servile, viene peso a pesci in faccia. E, trattandosi della Madonna a mare, è proprio il caso di dirlo! Ragazzi, imparate questa regoluccia di psicologia: la fame si placa dando da mangiare, persino l’amore si attenua dando amore, ma alla sete di potere non c’è mai limite; e anche chi dice sì viene sospettato di aver pensato per conto suo, e che magari, dopo il sedicesimo biccherino di grappa, potrebbe un giorno dire no! Corollario 1: se il 16 giugno, data della letteraccia, l’atmosfera del Comitato è così pesante, sospettosa, greve, grigia, cattiva, malinconica, biliosa come traspare dal tono di quelle pagine, secondo voi, il presidente e il Comitato saranno in grado di dar vita, il 9 agosto, ad una festa devota e bella e serena e gioiosa e amicale e lieta come quelle cui eravamo abituati? Corollario 2: C’è qualcuno che, pesceggiato così, avrà la dignità di dimettersi? Ne dubito.Ulderico Nisticò |
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