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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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PER LA STORIA DELLA NOSTRA ARCIDIOCESI

   


 S. E. mons. Antonio Cantisani, dopo i lunghi operosi anni di guida dell’Arcidiocesi, e da tempo arcivescovo emerito, ha modo di dedicarsi ad una vocazione non nuova, in verità, per chi lo ha conosciuto, ma oggi più manifesta, quella culturale e della storiografia. Dopo molti scritti, tra cui l’apprezzato volume Vescovi a Catanzaro (1852 - 1918), Edizioni La rondine, Catanzaro, 2008, p. 445, € 22,00, si è lasciato prendere dal fascino di una delle figure più notevoli della nostra storia ecclesiastica recente, quella di mons. Giovanni Fiorentini. Mons. Cantisani ricostruisce con precisione, eppure con vivacità, la lunga biografia del presule, dalla nascita nel 1867 nella romagnola Castrocaro, all’ordinazione nel 1890, al tirocinio come parroco, alla nomina a vicario generale della Diocesi di Modigliana, infine all’elevazione, nel 1909, alla cattedra vescovile di Tricarico in Basilicata, per volontà di papa Pio X, il futuro santo.

 Dieci anni dopo, il 9 agosto 1919, venne trasferito a Catanzaro, allora solo Diocesi vescovile e fin dalle origini (la tradizione vuole nel 1222) suffraganea dell’Arcidiocesi Metropolitana di Reggio Calabria. La cattedrale era vacante da un anno e mezzo, e la nomina di mons. Fiorentini venne accompagnata dalla sollecitazione pontificia a raggiungerla al più presto. La situazione non era delle migliori. Mons. Cantisani (p. 47) scrive: “Era sempre viva la massoneria soprattutto nelle classi alte: presente con varie logge, negli anni precedenti aveva condizionato non poco il governo della città. Erano molto attivi i socialisti...”. Il clero gli appariva “buono”, ma non abbastanza preparato. In breve tempo, il nuovo presule affrontò con successo questi e molti altri problemi, curando che la Chiesa fosse beneficamente presente anche nelle realtà sociali, bisognose di assistenza non solo spirituale. Dedicò attenzione alle feste sacre, ritenendo giustamente che esse sono un prezioso veicolo di evangelizzazione popolare.

 Durante il ventennio fascista (1922-43), Fiorentini osservò fedeltà allo Stato, soprattutto dopo la Conciliazione del 1929; ma senza ostentare particolari simpatie politiche. Fu molto vicino all’Azione Cattolica.

 Nel 1927, ecco l’evento di massima portata storica per le nostre terre: la Diocesi catanzarese veniva elevata ad Arcidiocesi, e perciò sottratta a Reggio, e divenuta “immediatamente soggetta” alla Santa Sede. L’anno seguente, venne assegnata allo stesso Fiorentini la cattedra di Squillace, ancora autonoma e, fino agli anni 1980, con una sua Curia. Era il primo passo verso l’attuale situazione di unificazione, che ha portato all’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro – Squillace, già retta da mons. Cantisani, oggi degnamente da mons. Ciliberti. Nel 1933 si celebrò il Primo Congresso Eucaristico Calabro.

 Duri furono gli anni della guerra, quando, nel 1943, Catanzaro venne selvaggiamente bombardata da aerei angloamericani, che colpirono anche il Duomo, facendo circa 150 vittime. Anche la faticosa ricostruzione venne guidata dalla benefica azione di mons. Fiorentini.

 Ormai carico d’anni, il vescovo ottenne come coadiutore e successore designato mons. Armando Fares, cui rassegnò entrambe le cattedrali nel 1955. Salì al cielo il 20 gennaio 1956, compianto da tutto il popolo.

 È questa solo una pallida sintesi di una poderosa opera di ben 386 pagine, corredate da indici delle fonti e dei nomi e da una ricca bibliografia. Bisogna lettere con attenzione, per cogliere i momenti più significativi della vita spirituale e culturale del protagonista, ancora più intensa di quella attiva; e la delicatezza dei problemi affrontati e risolti. Possiamo qui ringraziare mons. Cantisani per questo dono di fede e storia che fa a tutti noi fedeli dell’Arcidiocesi; come lo ringrazio per l’onore che ha voluto farmi inviandomi copia di questo prezioso libro.

Ulderico Nisticò

 Antonio Cantisani, La forza del sorriso. Mons. Giovanni Fiorentini, Edizioni La rondine, Catanzaro, 2010, p. 386, € 19,50.

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