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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
Numero 153 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
MA PITARO IN CHE MONDO VIVE?
Ma, via... se due per quanto giovani e belle studiose vanno in un posto per studiarne la storia, e lo fanno di professione, o comunque hanno una formazione universitaria, dov’è che vogliono avere notizie, dal primo passante sul Lungomare come se uno chiede “per favore, dove sono le giostre”! Accidenti al Lungomare, amici! No, caro Pitaro, come prima operazione si devono fornire di una bibliografia, cioè leggere i libri che sono stati pubblicati, e si trovano in pubbliche librerie, edicole e biblioteche, e trovano ampio spazio nei cataloghi e in internet. Poi, appreso che i libri esistono, li leggono; e, se hanno bisogno di chiarimenti, ne cercano anche gli autori, in parte ancora vivi, e disponibilissimi, e conosciutissimi. Le improbabili Vivi e Lene non sanno... o, Pitaro, loro inventore, non sa dunque che i libri esistono. E quali? Eccone l’elenco, in ordine alfabetico di autore:
OPERE CON CENNI A SOVERATO
· Natale Pino, Guida ai Santuari mariani della Calabria, Lamezia T., 2000.
Insomma, di tutto manchiamo, nella perlina, tranne che di libri scritti su Soverato! Ce n’è per tutti i gusti e tutte le esigenze. Basta averli letti, i libri, cara Lene e cara Vivi dei sogni. Senza dire che da almeno trent’anni l’Associazione Amici di san Gerardo conduce un annuale pellegrinaggio – escursione proprio nell’area archeologica di Soverato Vecchia. Senza dire che sono state tenute conferenze a valanghe. Senza dire che, in occasione di RESURREXIT 2009 e POLIPORTO 2010 migliaia di spettatori hanno potuto ammirare, con i drammi sacro ed epico, anche i ruderi delle mura e torri dell’antico abitato. Si può fare di più, e chi lo nega! Ma dire che mancano le notizie... beh, bisogna essere davvero sprovveduti, ovvero non sapere in che paese uno viva o di che parla. Ulderico Nisticò |
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Caro Nisticò, in quale mondo?
Non certo in quello degli struzzi!
«Nemo propheta in patria», dicevano i latini che, bontà loro, erano un popolo di saggi. Perché dico questo? Perché, purtroppo, e sottolineo purtroppo, i libri di Ulderico – secondo sorprendenti ammissioni fatte occasionalmente anche da suoi colleghi professori che insegnano al Commerciale o in altri Istituti superiori - non sarebbero conosciuti e letti neppure da tanti stessi soveratesi o soveratani, che dir si voglia. E questo, a mio avviso, non è certo un bene! Mi fece notare alcuni anni fa lo scrittore Saverio Strati, in una intervista concessami per la pagina culturale di «Gazzetta del Sud» (n. 308, paginatré, dell’8 dicembre 1981) e poi raccolta in un mio volume (mi si perdoni, una volta tanto, anche a me, qualche autocitazione) che «in Toscana ogni barbiere e ogni cameriere aveva letto e legge Vasco Pratolini». In Calabria, invece, questo accade? Quanti calabresi conoscono i libri dei maggiori scrittori della regione? Quanti hanno letto qualcosa, ad esempio, di Leonida Repaci, Corrado Alvaro?, ecc.». Ulderico Nisticò, ovviamente, non è né Corrado Alvaro né Leonida Repaci. Tutt’al più, potrebbe un giorno diventare uno storico della portata – chessò – di Arrigo Petacco o di Rosario Villari o altri ancora. Personalmente, glielo auguro di vero cuore. Anzi, auguro sinceramente ad Ulderico Nisticò di volare alto e non di razzolare terra terra... La domanda, comunque, non può essere che questa: se a Soverato, non tutti purtroppo conoscono i volumi di storia locale di Ulderico Nisticò, come può pretendere lo stesso autore che due danesi, trovatesi per puro caso e per meno di un’ora in loco, conoscano i suoi volumi? Eppoi, che c’entravano i libri? In quell’articolo - che ha indotto Ulderico Nisticò a scomodarsi di questo periodo, col caldo che fa – testualmente si diceva che le due turiste danesi, dopo aver percorso in lungo e in largo l’Italia, sono approdate a Reggio per visitare i bronzi di Riace, hanno fatto tappa a Stilo per la Cattolica e poi si sono fermate a Soverato soltanto perché in attesa di amici provenienti dalla Grecia». Mentre l’una si limitava ad annuire, l’altra in uno stretto inglese non riusciva a mascherare una certa ansia di ripartire al più presto. Alla domanda di un giovane archeologo del luogo (che non è il prof. Giuseppe Pisano, anch’egli storico, ma un suo amico) sul perché non andassero a visitare Soverato Vecchia, il parco archeologico di Roccelletta di Borgia, l’adiacente basilica normanna o la tomba di Cassiodoro a Copanello, le due sgranarono gli occhi ammettendo candidamente di non conoscerne nemmeno l’esistenza. Tutto qui. Per quanto riguarda poi i loro nomi, non è ridicolo (estremamente buffo, goffo) scivolare su una buccia di banana per aver preferito indossare i panni dello «scettico errante»? A me e a tanti altri – studiosi che propendono per le cose serie - sembra proprio di sì. All’«incredibile Uld» (attenzione: non ho detto «Hulk», ho solo abbreviato il suo nome) invece non so, né tampoco m’interessa di andarlo a sapere. Conta poco d’un niente, al di sotto dello zero, in questo caso il «Nisticò pensiero». Sono considerazioni personali, suoi punti di vista, che lasciano il tempo che trovano. E chi li ama li segua. Giornalisticamente, ormai da anni, mi occupo di ben altro (per la pagina Arte, Cultura e Spettacolo che «Gazzetta del Sud» pubblica tutti i giovedì e le domeniche) e per altre testate nazionali. Per cui, non mi capita quasi mai di dover scrivere qualcosa su fatti o episodi prettamente locali, riportando le lamentele della gente, ecc. Quell’ammissione però è stata talmente disarmante per tutti i presenti, al punto di pensare di scrivere un pezzo di Agenzia, un articolo per «il Quotidiano», dedicando al caso anche una puntata della mia rubrica «Miscellanea Giornalistica» su www.soveratoweb.it Sarebbe stato meglio infilare la testa nella sabbia per non vedere e non sentire, come fanno gli struzzi? No di certo! Faccio il giornalista e questa la mia penna - diceva qualcuno molto tempo addietro - se non vi piace ne ho delle altre, compresa quella da intingere nel calamaio. «È la Stampa, bellezza!», avrebbe aggiunto qualcun altro! E con questo, passo e chiudo. Con buona pace del mio interlocutore dall’animo inquieto, purtroppo non ho tempo da perdere con le quisquilie e le pinzillacchere!
Vincenzo Pitaro |
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