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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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CULTURA, STORIA, TURISMO... E ALTRO
Quello che è impressionante è che questi convegni culturali e tanti altri cui partecipo o di cui ho notizia, e che si svolgono nel cuore dell’estate, non sono quelli della cultura ufficiale pompati dalla tv compiacente, un relatore e quattro parenti manco tutta la prima fila: macché sono piazze e persino luoghi chiusi pienissimi di gente che non viene per passerella, ma resta fino alla fine, e ha la faccia interessata. Spesso mancano professori e intellettuali, ma peggio per loro! Aggiungete la bella iniziativa di Soveratour, autobus pieno di turisti curiosi di Pietà del Gagini e tombe sicule e Soverato Vecchio! Mi sono prestato volentieri. Insomma, mi viene a mente Aristotele: Pantes hoi ànthropoi orègontai tu gnonai physei, ovvero: Tutti gli esseri umani sono rivolti alla conoscenza per natura. Così diceva l’antico Ari; e io aggiungo: Tranne che non li rimbambiscano i film demenziali alla Vacanze di Natale, o i film da depressi tipo Nanni Moretti che guarda del vuoto. In condizioni normali, e “per natura”, tutti vogliono sapere, e con gioia e allegria; e non perché “serve” a qualcosa, ma proprio per il contrario. Il bello della cultura vera è la sua sublime inutilità, e non serve a niente, anzi spesso fa danno a chi non la sa usare. Come si fa ad usare la cultura? Semplice, uno che ce l’ha la tira fuori quando è necessario, poi la mette da parte e se ne va a zappare, al mare, in bici, a spasso con il cane eccetera eccetera. Eccetera. Così, e solo così la cultura è sopportabile per sé e per gli altri, quando le si dà l’importanza che ha: dipende... E quando non è paludata, libresca (libro di testo!), pesante, noiosa, monotona ed erudizione a memoria; ma lieta, tracotante, critica, cattiva, dubitativa, provocatoria e allegra. Bravi dunque tutti quelli che a decine e centinaia preferiscono un interessante convegno alla figura cretinetti del vitellone felliniano. E hanno capito che il turista non è necessariamente un povero idiota che sta al sole di giorno e vaga disperato di notte, ma un essere umano di quelli di Aristotele, e perciò portato alla conoscenza. Certo, bisogna pur far conoscere cose serie e vere: ed ecco i libri, i convegni, le conferenze in cui la storia del nostro territorio viene presentata per quella che fu, con professionalità e metodo. Ci sono, ahimè, ancora quelli che si lasciano gabbare dalle bufale del genere “Qui sbarcò Ulisse”, e, di bufala in bufala, prima o poi diranno che Ulisse sbarcò sì, ma lo fece espressamente per fondare i Templari alla Pilinga. I dilettanti di storia, che carini, che simpatici, che affabulatori: quando li vedo, sorrido! Ci manca solo che l’Atlantide era a Montepaone Lido e il calendario iettatorio i Maya lo hanno scritto a Gasperina. Ulderico Nisticò |
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