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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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NON CI SERVE ALTRO
Sentiamo dire che Soverato avrebbe bisogno di un Commissariato di polizia. Non sono affatto d’accordo. In una città dove ci sono già una Compagnia di carabinieri, una Tenenza di finanza, un posto della Stradale e un Comando di marina, di personale addetto ne abbiamo già molto più del necessario. Non ci servono né la polizia né un eventuale aumento del numero dei carabinieri eccetera. Serve un’utilizzazione diversa delle forze che già ci sono. Io non nego sia utile, anzi indispensabile alla patria che la mattina di domenica vengano presidiati a mano armata i semafori di Davoli popolati da pericolosissime massaie in amnesia di sale da cucina; però non riesco, tra me e me, a non illudermi che forse sarebbe più urgente stare alle costole dei potenziali assassini per impedire loro di uccidere... e dei potenziali assassinati, magari per sbatterli in galera con una scusa e salvare così loro la pelle! Sarò poco garantista liberale, però non posso non pensare che, per esempi, se uno viene fatto oggetto di un attentato e non confessa al volo e fino all’ultima virgola il perché, deve finire al supercarcere di Palmi prima di sera! E magari sarebbe ancora tra i vivi. Ma la legge... eh, insegna Manzoni, “le grida, a rigirarle... ”. Volendo, non mi dite che in mezzo a circa 750 articoli del Codice Penale (roba buona, roba del 1930) e non so quanti del Testo Unico, non si riesce ad accalappiare Tizio e Caio sicuramente colpevoli di qualche reato o intenzionati a commetterne; e, come vediamo sulla spiaggia, pericolosi per gli altri, che è la sola cosa che mi interessa! Ci vuole dunque un bel cambiamento di metodi. La situazione del Soveratese è molto degenerata, e bisogna assumere d’urgenza provvedimenti drastici. Legali, per carità, se proprio ci tenete: ma drastici! E va stroncato l’ambiente delinquenziale da cui derivano i singoli casi; e per far ciò bisogna giocare all’attacco! E qui interviene la cosiddetta opinione pubblica, la quale deve con forza pretendere rapidità, decisione, arresti, processi, condanne e chiave nel tombino; e non sopportare ordinaria amministrazione, lungaggini, chiacchiere, rinvii, cavilli, scarcerazioni, sofismi e prediche senza capo né coda. I criminali devono sentirsi sul collo il fiato corto di carabinieri e magistrati, però magistrati e carabinieri devono sentirsi sul collo il fiato caldo caldo e intollerante della pubblica opinione! Ulderico Nisticò
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