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Ragazzi, i numeri sono numeri, e le chiacchiere sono
chiacchiere, e stanno a zero. Il sondaggio è chiarissimo (Vai
al Sondaggio... ndr): se ne sono accorti tutti, ormai,
che le cose del turismo vanno a rotoli. La Perla... il più bel mare
del mondo... il Lungomare... Il turismo vero in Soverato è morto da
molti anni; e sta morendo anche la balneazione degli emigranti di
ritorno e dei cortesi ospiti gratis dei paesi vicini. Fin quando noi
indigeni faremo il bagnetto, si affitteranno ombrelloni per non
farceli portare sotto l’ascella; fin quando i ragazzi usciranno la
sera invece di andare a dormire presto, ci sarà gente sui lidi
esageratamente autopromossi a discoteche: ma il turismo, quello
vero, è un’altra cosa.
Il turismo è un’attività economica, e non si
misura a ragazzini durante un concerto gratis o a pedate sul
Lungomare; si misura a posti letto e a coperti nei ristoranti; e a
volume di affari dei negozi; nonché di quelle attività complementari
del turismo che sono la cultura, la musica, il teatro, il cinema,
eccetera. Soverato conta 380 posti letto in albergo, meno di una
sola ala di un complessino alberghiero non dico di Rimini, dico
anche di Isola C. Rizzuto! C’è qualche ristorante, o piuttosto
pizzeria; e qualche bar. Ci sono i lidi, ma, ripeto, servono ai
cittadini e molto raramente a forestieri. I negozi non sono riusciti
nemmeno ad inventarsi un orario serale e notturno, e aspettano che
alle cinque di pomeriggio d’agosto qualcuno vada a misurarsi dei
pantaloni! Negozi specializzati per turisti, meno delle dita di una
mano. E la smetto con il pianto greco, ricercando in qualche modo
le cause.
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Fino agli anni 1980, Soverato, come era
ancora una ricca cittadina commerciale, industriale,
artigianale, era anche, e dico anche, una località turistica
rinomata in Italia poco meno di Tropea. La gente, allora, non
capitava per sbaglio, ma veniva volontariamente a Soverato, e,
secondo quei tempi, si trovava bene: a quei tempi bastavano la
spiaggia, il mare, qualche serata musicale, una passeggiata...
Gli alberghi degli anni 1970-80 erano di ottimo livello, per
quei tempi.
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Oggi gli alberghi sono rimasti, con qualche
rara eccezione, quelli degli anni 1970-80; e Soverato offre la
passeggiata, qualche serata musicale, il mare, la spiaggia...
che non interessano più a nessuno. Figuratevi la pizza.
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I forestieri vengono ospitati in nero e
senza alcun controllo di pubblica sicurezza. Un appartamento
diviso trenta giorni diviso sei persone fa una cifra
sottosottoproletari. La nefasta costruzione di bruttissimi
casamenti è stata la rovina sociologica di Soverato, e anche del
turismo. Del resto, sono stati costruiti con la scusa che
servivano case, in realtà “pemmu li hittamu a li bagnanti”.
In nero e senza controllo. Era ovvio, il degrado.
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Le attrattive sono quasi zero, o nulla che
non offra oggi qualsiasi posto sul mare. Quanto a cantanti e
festival, molti paeselli senza mare ci guardano dall’alto in
basso.
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Assenti del tutto sono il turismo
culturale, quello di salute, quello religioso... A parte
Poliporto, La leggenda di Eutimo e Caritea, e, in dimensione
minore, le serate di Libera@mente, nulla! Eppure l’esperienza,
sia pure sperimentale, di Soveratour dovrebbe insegnare che i
turisti non sono dei poveracci e ridenti subumani e cretinetti
borghesotti da pasturare a mare e sagre, e desiderano vedere e
conoscere e capire!
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Quanti sono in Soverato quelli che vivono
di turismo? Pochissimi: quasi tutti lo fanno per secondo e terzo
lavoro, e perciò hanno preciso interesse a che i quattro gatti
di forestieri vengano ad agosto, con esclusione di maggio,
giugno, luglio e settembre.
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Qual è l’indotto del turismo? Quasi nullo,
a parte chi incassa in nero qualche soldo di appartamenti. Ma
quanti lavorano stabilmente nel turismo? Pochissimi.
Ci sarebbero le soluzioni. Quando gli
interessati si degneranno di indire un convegno serio e operativo,
senza politicanti e sfaccendati tra i piedi, vi dirò come la penso.
Ma un convegno con un ordine del giorno preciso, scaletta di
interventi, cinque minuti a testa d’orologio, un verbale, un
documento finale, provvedimenti immediati per l’estate 2011.
Se no, ci restano solo le chiacchiere della
Perla. Vi restano: io, faccio il professore di lettere quasi
pensionato.
Ulderico
Nisticò
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