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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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DIECI ANNI DALLE GIARE
1. Se è vero che il campeggio non doveva essere dov’era, e diciamo pure sia vero, come mai dal 1980 circa non se ne è mai accorto nessuno? 2. Se, come pure è stato detto, l’acqua del torrentello Beltrame è diventata un’inondazione di quella portata perché da qualche parte ha trovato ostacoli e si è generato l’effetto tappo, come mai non sono state accertate eventuali responsabilità lungo tutto il corso del rigagnolo? 3. Se, come tutti ricordiamo, è piovuto in maniera abnorme per tre giorni di seguito, perché a nessuno è mai venuto a mente che forse era il caso di sgombrare il campeggio, soprattutto in presenza di disabili del tutto incapaci di autonomia? Era poco politicamente corretto, però non conteremmo tredici morti! 4. Il danno della tragedia del 2000 sull’immagine di Soverato è stato senza pari. Come mai nessuno è riuscito a convincere i giornalisti e i politicanti a farci la carità di dire, per esempio, “la tragedia delle Giare”, invece di ripetere, per dieci anni e tuttora, “di Soverato”? Non per cattiveria, ma le Giare possono essere anche in Alaska e sulla Luna. Alla fine, l’immagine per Soverato, e per tanti potenziali lavoratori nel turismo, è pane. 5. Dal 2000, cosa si è fatto per evitare di costruire sui greti dei fiumi o in calanchi scoscesi tipo Cavallerizzo Albanese? E, in genere, per avere più rispetto del territorio e di se stessi? Poco, mi pare, o niente. Così ho commemorato, a modo mio, la tragedia delle Giare.Ulderico Nisticò
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