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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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TUTTI DA FIORITA E A SAN MARTINO, E UN PO’ DI STORIA
Intanto, un paio di riflessioni storiche su San Martino, una di storia recente, l’altra di storia antica. Questa del 2010 è la prima della nuova Proloco, ora che finalmente abbiamo anche a Soverato una Proloco. Ce ne sono state altre in passato, di feste di novembre, tutte ottime occasioni di socialità; e sembrava che la costumanza fosse perduta. Poi, forza delle tradizioni, la riprendiamo. Ad multos annos. Si discute da molto tempo perché una festa di San Martino, e una via San Martino. L’11 novembre, lo sappiamo, si celebra il santo soldato che divise il mantello con il povero. È la festa della svinatura, quando si assaggia il vino novello: le Antesterie dei Greci. Ma la via San Martino... beh, io, quando mi svago a fare lo storico dilettante, seguo di solito una linea minimalista, cioè più una cosa è semplice più mi pare vera, e diffido, in genere, delle spiegazioni grandiose del tipo qui sbarcò Ulisse e i Templari sono tutti cugini miei. Perciò mi pare verisimile ritenere che la via in parola abbia una denominazione risorgimentale, in memoria di una battaglia tra Piemontesi e Austriaci, combattuta il 24 giugno 1859, per la verità con esito incerto, ma che l’amor di patria esaltò come una strepitosa vittoria perché intanto i Francesi vincevano a Solferino. Dopo il 1861, tutte le località italiane si riempirono di toponomastica patriottica, e anche Soverato ebbe la sua. Però mancano Garibaldi e Mazzini, questo induce a riflessioni di natura ideologica, che però rinviamo ad altro articolo. Diciamo dunque che tale è la probabile ragione di una via San Martino. Però, siccome ogni storiografia degna di questo nome è sempre revisionista, ecco che mi metto a fare del revisionismo di me stesso, e affaccio un’altra ipotesi, riferendo quanto si legge nel capitolo “Tre millenni tra i colli e il mare” di Ulderico Nisticò ed Elisa Nisticò, nel volume Soverato della Rubbettino: - Nel secolo seguente [XII, ndt] leggiamo il toponimo in forma greca Souberaton. Tra i beni dell’arcidiocesi di Reggio, è citato un monastero di San Martino «nel territorio di Squillace e Soverato». – Pensiamo ai resti di una piccolissima chiesa in quel che Copanello, affacciata sul mare, e, come quasi tutto il patrimonio archeologico calabrese, lasciata a se stessa; richiama in qualche modo la grande chiesa normanna della Roccelletta. Non poteva essere quella il “monastero”, ma una sua pertinenza; e una chiesa di San Martino è legata alla memoria medioevale di Cassiodoro con la curiosa voce “Martines”. Chissà se anche nella nascente Soverato Marina qualcosa ricordava questo monastero che Soverato aveva in condominio con Squillace? Misteri medioevali. Resto più convinto della spiegazione più ovvia, quella ottocentesca; chi invece si volesse lasciare affascinare da ipotesi più lontane, questi sono gli argomenti. Intanto, tutti alla festa di San Martino del 13 novembre 2010. Ulderico Nisticò
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