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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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POMPEI, E NON SOLO

   


 Il crollo della cd Casa dei gladiatori ha portato all’attenzione la situazione dei beni culturali in Italia, che non è certo la migliore possibile. E non venitevene fuori con i tagli degli ultimi due mesi: la scarsa cura, il degrado, l’ignoranza sono assai più antichi della crisi economica e dei risparmi tremontiani. Parliamo della Calabria?

 Nel 1968, quando io, fresco di maturità e non ancora sessantottino perché era l’estate, mi recai a visitare la Roccelletta assieme ad Enzo Dominijanni. Visitare? Scavalcare abusivamente la proprietà privata, a rischio di custodi e cani da guardia. Peggio quando siamo penetrati nel castello di Squillace – vivere pericolosamente, diceva il Nietzsche prima di finire nelle grinfie dei professori politicamente corretti! – in equilibrio sopra un muro tra un ovile e, absit iniuria verbis, un porcile. Meno drammatico l’impatto con la Cattolica di Stilo, perché bisognò solo aspettare che il volenteroso barbiere della piazza finisse il suo lavoro e, gentilmente, ci aprisse la porta della chiesetta. Una situazione simile a quella di San Francesco di Gerace fino a due o tre anni fa.

 Negli ultimi quarant’anni le cose sono leggermente, ma non esageratamente migliorate. La Roccelletta – Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium – è diventata statale ed è recintata; e, rispetto al 1968, hanno fatto qualche scavo; scarsa è la protezione dalle erbacce. Il castello di Squillace è spesso accessibile, ed è stato almeno pulito. La Cattolica è stata restaurata. Su San Giovanni Teresti Vecchio di Bivongi c’è stato un intervento; ma la grangia dei SS. Apostoli è del tutto trascurata.

 Il convento della Pietà è risorto per amore di Maria Luisa Corapi e Bruno Fabrizi. La Collegiata di Maria SS. Assunta di Cropani, uno dei monumenti più imponenti del Meridione, deve a padre Remigio di essere conosciuta, e si è fatto qualche lavoro. Ottima può dirsi solo la condizione del castello di Santa Severina.

 Mi pare di sentire qualche famoso uomo di cultura: “Ma questo frustrato cosa si va inventando?”: e già, i dotti di Soverato, di Catanzaro, mica hanno mai messo piede in uno qualsiasi di questi luoghi! Non scherzo: potrei farvi dei nomi, ma dei nomi... di gente che passa per “grande uomo di cultura” che mi ha confessato di non aver mai visto con i loro occhi la Roccelletta. Penso lo stesso per la Pietà del Gagini, figuratevi se sanno dov’è la Fabbrica d’armi borbonica.

 Nel Soveratese manca del tutto ogni organicità di lettura del territorio, dove pure sono presenti tracce importanti del passato. Ve le elenco, certo che scorderò qualcosa: Borgorosso; centro storico di Badolato; centro storico di Davoli; Chiesa bizantina del Campo a S. Andrea; chiesetta di San Martino; Deposizione di Soverato Superiore, detta Pietà; laure eremitiche di Stalettì; Muro Rotto; Razzona di Cardinale; ruderi di Poliporto; San Nicola di Gasperina; San Pantaleone di Montauro; Soverato “Vecchio”; tombe sicule; torre Ravaschiera; Trinità di Petrizzi; chiese, palazzi, portali, mulini... Eccetera!

 Sarebbe il caso di prestare attenzione a questo patrimonio finora quasi dimenticato Il giorno in cui le autorità politiche troveranno un attimo di tempo, sottratto alla cultura antimafia, per dedicarlo alla cultura.

 Dite voi... ma la mafia? Alla mafia le belle parole antimafia non fanno nemmeno il solletico. Grazie a Dio che ci sta pensando Maroni con il solo modo serio, delle bellissime retate, e gettare via la chiave. Esegue mandati della magistratura, dice il petulante che ha studiato diritto il primo anno di ragioneria. Vero, nella forma: ma prima di Maroni i mandati servivano solo per soffiarsi il naso.

 Pare che il Meridione – secondo la stampa di oggi – spenda solo il 5% dei fondi destinati ai beni culturali; il resto, come al solito, lo rispedisce a Bruxelles. Posso confidare in Scopelliti? Regione, Province, Comuni eccetera, proviamo ad invertire la sbagliatissima tendenza? Se non per amore della storia, almeno per il turismo culturale.

 Io confido che la Regione conduca una politica cultura ben diversa dal passato... Confido, e aspetto con ansia: ma non in eterno.

 Ulderico Nisticò

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