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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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ELEZIONI COMUNALI E LE STRADE
Questa è la sintesi. L’analisi, cioè se il partito X, la corrente Y del partito X, il candidato Z alla candidatura, eccetera... tutto questo non mi interessa minimamente. Io vorrei sapere chi e dove e quando e perché Tizio o Caio o Mevio o Sempronio intendano esercitare una pubblica funzione, dunque in nome di quale idea. E già, e lo dico a tutti i machiavellici della domenica, un’idea dovrebbe venire prima di tutto. Soverato e Chiaravalle sono entrambe in evidente decadenza... evidente, tranne a chi soffre di ottimismo infantile. L’una era, fino a quarant’anni fa, un ricco centro di commerci, industrie, servizi, istruzione e anche turismo; l’altra vantava una prospera agricoltura e un attivo allevamento, e artigianato e pubblici uffici e scuole. Sed haec olim fuere: non è rimasto quasi niente; e anche i surrogati del lavoro, i “posti”, sono finiti da un bel pezzo, e solo qualche politicante osa prometterli e qualche tonto crederci. Entrambe dunque hanno bisogno di idee, e di un progetto di rinascita economica e produttiva, dunque di lavoro. Magari in vista di una conurbazione che è nella natura delle cose. A questo dovrebbe servire una classe politica, sostenuta da un ceto culturale con un po’ di coraggio. Ci sono delle potenzialità in tutto il territorio: agricoltura e allevamento di qualità, con piccole e medie aziende di lavorazione e commercializzazione dei prodotti; recupero degli innumerevoli edifici dell’interno per farne strutture ricettive; dunque turismo vero, non quindici giorni di chiasso, compresi agriturismo e turismo culturale e religioso... E ripensare il sistema scolastico, in un momento in cui, che lo si voglia o no, i diplomifici non li vuole più nessuno. Se i due centri devono ragionare assieme e trovare un qualcosa di solidale e integrato, hanno bisogno della strada. Non sto a ripetermi: dal 1968, con un progetto quindi vecchissimo, non abbiamo ancora che un miserabile chilometro e mezzo di tangenziale di Chiaravalle, con l’ignobile doppio svincolo di Argusto. Ha fatto molto di più la Provincia di Catanzaro migliorando la Gagliato – mare, che l’ANAS! Ora urge una bretella da Turriti alla 106, e alla svelta, prima a qualche genio venga l’uzzolo di costruire lungo il greto dell’Ancinale: un chilometro dritto e recintato, senza svincoli di alcun genere! Urge finire quel ridicolo tratto da Gagliato al suddetto ignobile svincolo. Vedo, ogni tre o quattro giorni, qualche sparuto operaio che fa qualcosina, e penso che, forse, se siamo fortunati, prima o poi ce la faremo. Forse! E QUANDO SARÀ, E LO DICO A TUTTI SENZA DISTINZIONE ALCUNA, RISPARMIATECI, VI PREGO, L’ULTIMA OFFESA ALL’INTELLIGENZA, QUALE SAREBBE UNA CERIMONIA DI INAUGURAZIONE SEGUE CENA. NON VOGLIO VEDERE AUTORITÀ CIVILI, MILITARI E RELIGIOSE, NON VOGLIO SENTIRE APPLAUSI E MUSICHE, NON VOGLIO DOVERMI SORBIRE INTERVISTE DI FACCE SORRIDENTI E DITA PUNTATE SULLO SVILUPPO. DELLA TRASVERSALE DELLE SERRE C’È SOLO DA VERGOGNARSI, TUTTI SENZA ALCUNA ECCEZIONE. APRITE LA STRADA DI NOTTE, E ZITTI!Ulderico Nisticò
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