|
Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
Numero 215 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
ANCORA SULLA TOPONOMASTICA
1. Tutti possono proporre l’intitolazione di un luogo pubblico a chicchessia; 2. Tra una proposta, o un desiderio, e l’accoglimento o esaudimento, corre una qualche differenza. Come disse Kant, pensare di avere in tasca 400 talleri non significa averli. Prevengo obiezioni da parte di scarsi conoscitori della filosofia: giuro che l’ha detto davvero, per confutare l’ontologismo di sant’Anselmo d’Aosta; 3. L’autointitolazione di un luogo creerebbe una certa tal qual confusione, una notte in cui tutte le vacche sono nere, come disse Hegel a proposito di Schelling. Prevengo come sopra: l’ha detto davvero; 4. Di intitolazioni fantasiose, ne abbiamo già un visibilio, in Soverato; 5. Se la proposta affacciata dall’esimio Anselmo Greco non venisse accolta e intanto egli e chi per lui parlassero di Villa Monicelli, ci ritroveremmo, nel mondo dell’informazione, una Villa Centofiori e una Villa Monicelli, il che farebbe pensare che Soverato di ville ne ha due, mentre a stento ne ha una; 6. Se la moda prendesse piede, ognuno chiamerebbe vie e piazze come gli pare. Per esempio, a me stanno particolarmente sullo stomaco certe vie intitolate a politicanti degli anni 1970, e palesemente lottizzate durante i trent’anni da dimenticare, e le chiamerei, in privato, secondo le mie simpatie politiche, storiche, letterarie eccetera; mentre resterebbero intitolate come sono. 7. La soluzione sarebbe semplice, ma, come tutte le cose semplici, a Soverato non piace a nessuno. Sarebbe che la città, attraverso le sue istituzioni comunali, si dotasse di una commissione per la toponomastica, formata, si spera, da persone competenti e di comprovata conoscenza della storia locale: fuori il curriculum. Detta commissione, stabiliti dei criteri, prenderebbe in considerazione ipotesi e proposte, dando inizio all’iter procedurale; 8. Questo è che si passi, previo parere della Deputazione di storia patria, per la prefettura, e l’intitolazione divenga regolare e legale; 9. Infine, Monicelli. Secondo me, bisogna avere il senso delle proporzioni. L’intera villa ad uno che vi si è fugacemente trovato per qualche giorno, è una palese esagerazione. Sarebbe più che sufficiente una non troppo vistosa targa commemorativa nell’anfiteatro; 10. Un corollario. Se utilizziamo la villa per Monicelli, quando, fra cent’anni, morirà qualcun altro degli illustri membri della giuria, non meno noto del Trapassato, gli intitoleremo il lungomare? E quando, sempre fra cent’anni, un altro... 11. Anche Centofiori, s’intende, fu una fantasia perversa: ricordava niente di meno che Mao! Ma se dovessimo cambiare tutte le intitolazioni sballate di strade eccetera, diventeremmo matti; 12. Ecco un esempio di dibattito, senza necessariamente dover ingiuriare chi non la pensa come me. Ulderico Nisticò
|
Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it
ARCHIVIO
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese
|