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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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LA MALEDIZIONE DI POLITE, O ALIBANTE CHE DIR SI VOGLIA
Passati sei mesi dall’evento, l’autore, che poi sono io, si è accorto che deve aver commesso qualche piccolo errore. E quale? Presto detto: è vero che il muscoloso eroe locrese batte il cattivone e lo leva di torno; ma, non essendo avvenuto né il sacrificio truffaldino di Melicra né quello legittimo di Caritea, siamo praticamente al punto di prima, ovvero il mìasma c’era ed è rimasto pari pari uguale. Perciò il crudele Polite, o come vogliate chiamarlo, continua a maledirci esattamente come faceva un dì. Anzi, dopo il 17 luglio, egli, evidentemente adirato, ci maledice più ancora. La prova? Eccola. Il 17 luglio suddetto c’eravamo ben 180 persone, tra regista, autore che era anche attore, attori, coristi, danzatori, tecnici, più i cavalli imbizzarriti o tranquilli. Un bel numero, vero? Eravamo di età e condizioni diverse, ognuno con i suoi gusti e crucci; e perciò non era pensabile che tutti i 180 da allora ci trasformassimo in amici d’infanzia e inseparabili compagni di avventure; e nemmeno che tornassimo a lavorare per un altro spettacolo, come pure avevamo deciso. Non dico questo: ma che ci salutiamo a stento, questa spiacevole cosa si può spiegare solo in termini di maledizione di Alibante o Lica o Polite che preferiate. Sì, senza dubbio il demone di Temesa continua a lavorare a nostro danno anche dall’Aldilà. Questa, secondo me, la spiegazione mitica, cioè vera. Ma siccome siamo nell’era postilluministica, abbiamo il dovere di azzardare anche delle spiegazioni meno spirituali, più terra terra invece che, come sopra, sotto terra. Può anche darsi che abbia agito non un demone greco, ma qualche essere umano vivo e locale, mettendoci una manina, o tutti gli otto tentacoli del polpo. Misteri dell’Aldilà e dell’Aldiquà. Se qualcuno ne sa qualcosa, perché non me lo sussurrate? Coraggio, invece di pettegolezzi in segreto, facciamo un bel pettegolezzo pubblico. Insisto però che la colpa è sicuramente di Alibante o Lica o Polite. O di chi per lui. Ulderico Nisticò
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