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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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“SQUALLIDO QUALUNQUISMO CULTURALE E MORALE”

   


 Si legge che il reverendo parroco e direttore don Tobia Carotenuto, SdB, ritiene che la classe politica, e, per essa, la classe dirigente in genere di Soverato mostrino, testualmente,  “squallido qualunquismo culturale e morale”, preceduto, tale caritatevole giudizio, e seguito da altre simili ingiurie. A parte lo stile piuttosto rustico – le cose si possono dire anche con una certa eleganza, senza sfiorare il turpiloquio – rilevo preliminarmente un metodo scorretto di sparare nel mucchio, il che sapete cos’è... ora ve lo spiego: è, esattamente e secondo il corretto linguaggio della politologia, è proprio lui, il qualunquismo. Già, quel movimento fondato, e subito dopo affondato da un tal Giannini nel dopoguerra, e che sopravvive nei discorsi degli scompartimenti ferroviari di seconda classe quando il treno è in ritardo: dove andremo a finire di questo passo... sono tutti ladri... ci vorrebbe un governo forte... non ci sono più le mezze stagioni... i giovani d’oggi non studiano. Eco cos’è esattamente il qualunquismo.

 Nel caso in questione, il parroco colpisce a caso, e la sua cannonata becca il sindaco Mancini, il vicesindaco Sinopoli, l’assessore Munizzi, il presidente del Consiglio Tiani, l’assessore Matozzo, ma anche l’opposizione di Calabretta e Rombolà, e l’opposizione interna dei Matacera. E scusate se ho dimenticato qualcuno. Tutti squallidi e qualunquisti e culturalmente non ne parliamo.

 Indirettamente, egli bastona anche gli elettori che hanno eletto i suddetti squallidi, e, si suppone, sono squallidi anche loro. Ragazzi, che squallore.

 Ora, ciascuno si assuma le sue responsabilità, protesti, risponda, si rivolga in alto loco... o no? Io, che non ho cariche politiche, però sono culturalmente squallido (del resto, già l’anno scorso sono stato definito “indegno”), dico la mia parte sotto l’aspetto culturale.

 Quando io studiato dai Salesiani, una delle prime regole che mi insegnarono fu quella delle dieci pi: “prima pensa poi parla perché parola poco pensata porta pena”. Il reverendo non ci pensa tanto a fondo prima di parlare e scrivere, oppure dovrebbe arrivare a questa conclusione: se i politici e gli uomini di cultura e gli elettori di Soverato sono squallidi moralmente eccetera, non c’è colpa gravissima dei Salesiani che sono qui dal 1904 e dal 1941 gestiscono la parrocchia? Non siamo exallievi veri Mancini, Calabretta e io e tanti altri? Dico veri, non di complemento! Ahi, ogni erba si conosce per lo seme!

 Concludo con delle domandine: da dove viene al reverendo tanta acrimonia nei confronti di Soverato, che, tutto sommato, non è Sodoma né Babilonia? Che gli abbiamo fatto? Perché vi si trova a disagio?

 E, se Soverato è così squallida, cosa sta facendo lui per migliorare le cose? Quali iniziative, a parte chilometriche prediche svuotachiesa, evidentemente di scarsa efficacia morale, e non parliamo di quella culturale?

 Infine: se a Soverato si trova così male, il reverendo parroco... via, alla fine ci sarà un rimedio.

 A proposito: e il bilancio della Madonna a mare?

 Ulderico Nisticò

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