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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
Numero 229 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
CENTOCINQUANTESIMO DEI DISTRATTI
Chiarito dunque che io commemoro il 150mo solo per giudicarlo e non certo per celebrarlo, vi ricordo però che la storia va recuperata “sine ira et studio”, scrive Tacito, senza passioni, ma con una certa obiettività per quanto è umano. Mi chiedo dunque se e quando anche Soverato e dintorni si decideranno a fare qualcosa – e dico qualcosa di ufficiale – per partecipare all’evento. Dite voi, ma a Soverato che cosa è successo? Niente! Errore. Leggete il capitolo Ottocento di Tonino Fiorita nel monumentale Soverato della Rubbettino. Se leggete, troverete che la piccola Soverato vantò due garibaldini. Cito alla lettera Fiorita: “l’orefice Pietro Parisi narrava di essere stato garibaldino, e di aver combattuto contro i soldati austriaci. Anche un Domenico Folino ha lasciato una sua sbiadita foto con la firma e la dicitura “garibaldino”. Gli eredi ne conservano anche i caratteristici berretto e camicia rossi. Folino era nato a Satriano, e morì, di 99 anni, il 2 aprile 1941. Non crediamo che Parisi e Folino siano stati tra i Mille fin dallo sbarco in Sicilia. È più probabile che si siano trovati fra quelle truppe che Garibaldi raccolse in Calabria, e lo seguirono fino al Garigliano. I ricordi del Parisi di essersi battuto contro soldati asburgici lo portano lontano dagli eventi meridionali del 1860, e fanno pensare che prestasse servizio militare nel 1866, nella Terza guerra d’indipendenza”. Anche quel Gregorio Staglianò che dà il nome al corso di Chiaravalle fu garibaldino, credo nella stessa situazione dei nostri. Andrebbero ricordati anche Gregorio Aracri di Stalettì; Damiano Assanti, e sopratutto Florestano e Guglielmo Pepe di Squillace. Fu principe di Satriano e duca di Cardinale quel Carlo Filangieri che riempì di sé molte cronache, e che gestì, senza troppa fortuna, la ferriera di Razzona. Altro discorso, un po’ più lontano nello spazio, Mongiana. Merita speciale considerazione Carlo Amirante, di cui abbiamo parlato più volte, e leggetene sul Fantasma del fabbro. Come tutto il Meridione dopo la conquista piemontese, anche Soverato venne pesantemente militarizzata: tutti gli uomini di un certo ceto sociale vennero costretti a prestare servizio nella Guardia Nazionale, un raffazzonato e inefficiente corpo armato contro gli insorti ingiuriati briganti, e il cui impegno fu certamente fastidioso per i pacifici commercianti e proprietari del nascente borgo. Ma anche questa è storia. Non manca la materia, dunque, ma chi vi metta mano. Siccome ognuno parla per sé, io sto tenendo lezione di storia 1700 - 1870 ogni lunedì presso l’Università della Terza Età; e firmo una sintetica rubrica dei fatti storici, pure ogni lunedì, su Calabria ora. Ho tenuto e terrò convegni e conferenze: a Catanzaro, due a Cosenza, a Soveria Mannelli, a Crotone, a Gioiosa... Ma io sono Ulderico Nisticò, mica i comuni di Soverato, Chiaravalle eccetera e relativi responsabili! Questo è quanto. Chissà se prima del 2061, che è il 200mo, anche Soverato farà qualcosa per la ricorrenza? E chissà chi altri! Ma pazienza e speranza: fino al 31 dicembre va con noi! L’1 gennaio 2012 vedrò se questo 150mo ha fatto la fine dei centenari di san Bruno, di san Francesco, di san Nilo, e del miracolo di Torre Ruggero, tutti terminati, per dirla con Orazio, in piscem. Ulderico Nisticò
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