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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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MAGISTRATI VELOCI E CENTOCINQUANTESIMI LENTISSIMI
Magari a Soverato l’Amministrazione Comunale e la cultura ufficiale fossero così veloci ad organizzare uno straccio di cosa qualsiasi per ricordare, possibilmente con spirito critico e senza favolette retoriche, il 1861! Magari il Comitato della Madonna a mare nel pubblicare il bilancio 2010 fosse così solerte! Magari l’ANAS con pari sveltezza terminasse la Trasversale e mettesse mano alla 106! Magari... e via così con gli altri magari generali, e ognuno ci aggiunga il suo particolare. Ma noi siamo poveri Meridionali, non abbiamo l’efficienza dei Milanesi. Qui da noi ci sono stati gli Spagnoli pigri... Così insegnano i professori a scuola. Ci sono stati anche a Milano dal 1536 al 1708, che non è poco; però i dotti dei libri di testo a memoria mica lo sanno! Comunque, noi siamo lenti, e quindi niente strade, niente bilancio Portosalvo, niente commemorazione del 150, niente catture di criminali. Veloci nell’incriminare, le signore giudici – sono tre donne – saranno altrettanto rapide, immagino, nel condannarlo. Ma siccome in Italia ci sono due gradi, e, di fatto, anche la Cassazione è diventata un grado terzo nel merito (alla faccia del diritto!), negli altri due è molto probabile che la sentenza venga riformata: qualche giudice all’antica, e perciò rigoroso e formulare (i giuristi che mi leggono sanno che significa), troverà fuori luogo le digressioni sociologiche, antropologiche, etiche, etiliche e le parole in libertà e magari citazione di qualche giornale estero e foto di marcia delle donne prostitute comprese (c’erano anche loro, nel corteo, esplicite e organizzate!); e farà osservare che i tribunali non esprimono opinioni filosofiche, religiose, politiche e sociali, ma solo fatti alla luce di precise leggi. Così finì Mani Pulite, quando i Borrelli, Davigo, Di Pietro non riuscirono a far condannare quasi nessuno dei notissimi ladri di Tangentopoli, ovvero Milano da bere. E perché non ci riuscirono? Perché invece di cercare umili e pesanti prove si diedero ad inebrianti esercitazioni di volatili chiacchiere vagamente spiritualiste (lo spiritualismo è l’idealismo all’amatriciana!); a parte che stavano più in televisione che in ufficio. Lo volete un bell’esempio storico di quelli veri? Nel XV secolo un riccone a livello mondiale, Cosimo de’ Medici, divenne effettuale signore di Firenze. I suoi avversari, non potendo combatterlo a colpi di elezioni perché il popolo era tutto con lui, indovinate come lo attaccavano? Ma a colpi di leggi! Il risultato fu che i Medici, a parte due brevi intervalli, regnarono, duchi e granduchi, fino al 1737, e sparirono solo perché l’ultimo era senza eredi! Francamente, amici e nemici, l’evidenza che il peggior Silvio è sempre meglio del miglior Bersani, idem per Rosy Bindi eccetera, cioè meglio che niente, non è bastante a farmi sopportare tre secoli e mezzo di Berlusconi! È sufficiente, e avanza, uno. Ulderico Nisticò
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