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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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CROCI E SANTI
Leggo con interesse quello di Vittorio Sica, che ha il pregio intanto di essere firmato, come quello del sindaco, con un nome e un cognome, e la correttezza e civiltà di replica, senza volgari insinuazioni, ma opponendo opinione a opinione. Resto della mia, ma prendo atto che, testuale, “Nessuno ha mai parlato di utilizzo di quel logo per future competizioni elettorali”. Non vedremo dunque don Bosco tra i manifesti? Bene! Ma ecco una nota vilissima di uno che di firmare non ha i baffi; o forse non esiste, come “Pennisi”. Premesso che lo sproloquio del sedicente “M. L.” è povera di segni di punteggiatura, e contiene un “né” che invece si deve scrivere “ne” (ciuco: dalle sgrammaticature, forse è “Pennisi”), vengo in argomento. Immaginate che un poveraccio qualsiasi si avvicini a Gattuso, a Totti e gli dica: “Tu non giochi a pallone”, come resterebbero di stucco i due, per farsi poi due belle risate. Così, insinuare che io abbia mai potuto manifestare una qualsiasi anche solo tolleranza per il partito attualmente chiamato UDC, prima DC, è una follia canicolare. Non so chi è il vigliacco anonimo che si firma con una sigla, ma dev’essere un bell’ignorante, se ignora la mia storia politica (in breve: 68 nazionalpopolare, poi dirigente nazionale e locale del Movimento Sociale Italiano), se non ha mai sentito o letto le mie prese di posizione contro la DC e simili, da me sempre accusata di aver usato come arma di potere la corruzione strisciante del popolo e del Sud in specie; e in particolare di aver intrinsecamente guastato la scuola con una raffica di ministri democristi uno peggio dell’altro. Ma gli ignoranti ignorano, e perciò amen. Se io dovessi indignarmi per tutte le croci che si trovano in tutti gli stemmi statali e privati, e in tutte le varianti... la croce, prima di essere il segno della Redenzione per i cristiani, è l’archetipo simbolico delle quattro parti del mondo, come ben si vede nella croce celtica (a Soverato, quella della chiesa del Rosario); è, come croce uncinata, il simbolo del corso solare in India e antica grecia, nonché presente in chiese come San Francesco a Gerace; è in bandiere nazionali quali la svedese, la greca, la croce di Sant’Andrea eccetera, e nei gonfaloni di Regione Calabria e Provincia di Catanzaro; c’era nello stemma dei Savoia inscritto al tricolore albertino; c’è in enti laici come la Croce Rossa... c’è nelle croci di cavaliere, nelle croci di guerra degli eroi tedeschi, nella Victoria Cross inglese... insomma, se dovessi indignarmi, passerei due o tre vite e prendermela con il pianeta intero, compresi, come accennavo per la svastica indiana, i pagani. È un simbolo dunque, la croce, così universale che prima o poi l’hanno usato tutti. Quanto alla DC, posso chiamare a testimone mille mie scritti e comizi. Don Bosco... l’uso di don Bosco come logo di partito è un abuso non solo religioso, ma storico, e non è lecito a nessuno appropriarsene per campagna elettorale. Basta così. E me ne curo perché vivo a Soverato e le elezioni comunali sono di Soverato. E comunque, e ribadendo che “M. L.” è un coniglio e vigliacco e si vergogna del proprio nome, non aspetto di leggere le opinioni di un “M. L.” qualsiasi anonimo e lepre, ma vorrei sapere cosa ne pensa chi è titolare, per fortuna pro tempore, della tradizione salesiana in Soverato, e cosa dirà pubblicamente e personalmente, e non per mezzo di “M. L.” pecoroni: dico il direttore e parroco don Tobia Carotenuto. Resto in attesa. Ulderico Nisticò ARTICOLI CORRELATI:
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