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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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MENO MALE CHE DUE SONO CONTRO
Gli antichi re mantenevano a corte dei buffoni con l’incarico preciso di parlare ogni tanto male di loro: fa bene, ritempra. Io, risparmio. Ragazzi, ancora ancora Raspa una mezza cosa la dice quando protesta dal suo punto di vista veteroideologico; a parte che poteva anche prendere la parola e spiegarci cosa pensa, che so, di Ladislao o della battaglia di Maida o di qualche altro argomento di storia meridionale, certamente a lui nota. O no? Ma la a me del tutto sconosciuta Caterina Rombolà... ragazzi, spiegatemi, vi prego, che vuole e che dice? Ingiurie generiche con un linguaggio da osteria... ma anche per lei il Consiglio era aperto, e poteva intervenire dichiarando, con lo stile petrarchesco che la contraddistingue, che so: “Sto vomitando”, o altre informazioni relative alla sua situazione fisiologica. Sono certo che il prefetto, il presidente del Consiglio regionale, il parroco, il pubblico numerosissimo (e non ho visto andarsene nessuno!) avrebbero espresso gli apprezzamenti che la sua elegante loquela da gentildonna e i suoi profondi argomenti storici meritavano. Propongo comunque al presidente Tiani di organizzare altri Consigli, invitando il Raspa e la Rombolà a dissertare sugli argomenti culturali a loro congeniali, che sono sicuramente molti e ponderosi. Che ne so, l’Iliade, la trigonometria sferica, la climatologia, la storia dei Maya iettatori, la teologia di sant’Anselmo d’Aosta e il suo influsso sull’idealismo, il campionato di calcio... giuro che ascolterò senza il minimo sintomo emetico. Ma, scusate, che ho detto io di tanto male, se non che non si trovano sui libri di testo di scuola, i quali del resto parlano solo di storia straniera? Quello che già Nitti cent’anni fa scriveva, che il tesoro del Regno dei piemontesi Savoia fu composto per due terzi con quello del Regno delle Due Sicilie; solo che io aggiungo quanto segue: non era meglio se quei soldi i nostri re li sperperavano, invece di farli finire in mani altrui? Eh, così scrive Orazio, che era meridionale: Absumet haeres Caecuba dignior servata centum clavibus, et mero tinguet pavimentum superbo pontificum potiore coenis. Per traduzione e commento, rivolgetevi a Caterina. Mongiana, Razzona, Pietrarsa, S. Leucio, Castellammare... le industrie napoletane ante 1860 sono ancora lì, malinconici relitti. Non è colpa mia, se Caterina ignora, e Raspa con lei. Si informino. Esaltazione dei Borbone? Ma lo storico non esalta e non condanna, racconta, e, molto misuratamente, cerca di capire; però nemmeno si beve che i piemontesi erano tutti santi come il Primo novembre e si mossero per liberarci tipo la Francia oggi in Libia. E lo storico fa rivivere i suoi antichi: se Garibaldi era un gran donnaiolo e Ferdinando II no, ormai sono morti tutti e due, e non possono cambiare la loro diciamo così idea; se poi qualcuno ha capito che le brigantesse stavano con Garibaldi, no, questo no: erano donne belle e attive, però non amoreggiavano con il nemico, solo con i napoletani, e briganti. Ma fu Garibaldi che, in una delle sue infinite giravolte mentali, alla fine proclamò: “Solo i briganti hanno tenuto alto l’onore militare d’Italia”. E poi, Caterinella, perché uno per parlare dovrebbe “rappresentare” qualcuno mentre io rappresento solo me stesso? Per le tardive feste del 150mo, io sono stato nei seguenti posti, e certo ne scordo qualcuno: Catanzaro più volte, Crotone, S. Severina, Bari, Casarano, Mileto, Pizzo, Soveria Mannelli, Siderno, Montepaone, Soverato, Cosenza tre volte, Reggio, Palmi... e non ricordo che qualcuno mi abbia mai chiesto se stavo lì a rappresentare qualcosa; come non mi accade per le infinite altre occasioni in cui devo parlare di diversi argomenti. Come siamo burocratici, in Calabria: se non c’è la carta bollata... Riassumendo. A me le polemiche mi piacciono, anzi, mi invitano a past’e carne! Ma che polemiche siano, non parolacce e travasi di bile. Tirate fuori notizie, citazioni, date (giuste), dati, insomma fatevi prendere sul serio. Se no, non vi resta che vomitare. Possibilmente lontano dal mio sguardo. E, caro Papini, non facciamo paragoni, se no mi arrabbio davvero. Misura, amico mio, ci vuole misura. Se vuoi dire che non dovrei perdere tempo a rispondere a Raspa, ti sbagli: avrai notato che dopo ogni partaccia se ne sta zitto un paio di mesi! Faccio o non faccio bene, a vantaggio dell’intera popolazione? Caterina, non avendo detto niente, non ha manco cominciato a parlare. Ulderico Nisticò ARTICOLI CORRELATI:
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