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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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CONSIGLI AL PROSSIMO SINDACO
Cominciamo con alcune piccole cose. Uno dei peggiori sconci del paese sono i marciapiedi in genere, e quelli del corso soprattutto: uno alto, uno basso, tutti più o meno scoscesi e sbrecciati, tutti prova evidente che Soverato è venuta su senza un serio piano regolatore, e sempre caso per caso. Tutti se ne lamentano, nessuno ci ha mai messo mano. Le fogne bianche e nere sfociano in mare, a maggio malamente coperte e finché non scoppiano verso fine agosto. Se un aspirante turista capita in città d’inverno, secondo me non ci viene a fare i bagni d’estate assieme alle deiezioni. La mitica COMAC, che noi vecchi chiamiamo il Quarzo... intanto, bisogna abbandonare sogni di gloria a cinque stelle, che non è roba per noi; e trucchi del tipo “cambio di destinazione d’uso” per farci altri appartamenti dormitorio di passacarte, che ne abbiamo già tanti e troppi. Secondo me, va trasformato in area pubblica polivalente, lasciando com’è la struttura: si chiama archeologia industriale. Il Quarzo, lo dico per gli ultimi arrivati, era un’industria, nel 1935, con lavoratori e operai e un pontile per esportare il prodotto. Altri tempi! Andiamo in crescendo. La sventura cosmica di Soverato sono stati e sono gli appartamenti affittati in nero, una pratica che ha impedito la formazione di una vera industria turistica e abbattuta la qualità dell’offerta e della domanda. Bisogna obbligare i proprietari ad affittare solo tramite agenzia e alla luce del sole. Come? Pretendendo controlli da parte delle forze dell’ordine, con la scusa della pubblica sicurezza: che ne so io se l’illustre famiglia X è una famiglia o sono terroristi di al Qaeda o ancor peggio agenti del Mossad israeliano? La gente, cioè gli stessi proprietari, per un po’ borbotterà, poi capirà che è meglio così. E se non lo capisce, al diavolo: siamo o non siamo tutti, ma proprio tutti per la mitica cultura della legalità? Soverato offre malamente solo mare, con qualche sporadica eccezione; è un turismo di mezzo secolo fa, del tutto fuori moda. Urge presentare anche la centralità di Soverato tra mare e monti e città d’arte, e lo stesso patrimonio archeologico e artistico cittadino e del territorio, che non è poco. Dobbiamo ricordarci che esistono altre forme di turismo: di salute, della terza età, religioso, congressuale... Soverato deve tornare a produrre qualcosa, mentre da trent’anni è scivolata in un pigro terziario. Se non può più produrre beni, ma almeno servizi di qualità. Vi informo che anche l’ospedale soveratese sta facendo, senza che ce lo dicano, la fine di Chiaravalle: ogni volta che va in pensione un addetto, non lo sostituiscono, ed entro cinque anni non ci sarà più niente; e Germaneto, con la nuova strada, è a 20 km. Occorre pensare a un’alternativa non velleitaria. Finora scarsa è stata l’azione diretta del Comune nello stimolare attività culturali tranne che tirare fuori soldi per importare roba altrui, e spesso discutibilissima, mentre la città ha dimostrato mille volte di avere energie mille volte superiori a qualsiasi forestiero! Non ho niente contro le sagre, cui partecipo volentieri, però sappiamo fare anche altro. Bisogna ragionare sulla gestione del teatro comunale, finora estemporanea e con risultati modesti. Se c’è in Soverato chi sa riempire sala e loggione, e anche spazi molto più grandi, perché affidarsi a chi svuota anche le prime due file? La città, per la suddetta assenza di un’idea urbanistica, è cresciuta solo in dormitori periferici privi di ogni servizio, anzi persino di una piazzetta dove incontrarsi. È anche per questo che troppi residenti tirano a campare senza partecipare alla vita cittadina. Urge ricucire questi evidenti strappi, anche favorendo la dislocazione di alcuni degli eccessivi e non certo pienissimi negozi che affollano il corso e dintorni: cioè, la stessa area del 1950! È opportuno utilizzare le energie spontanee che stanno nascendo tra i quartieri e le associazioni, che però dovrebbero meglio interagire tra loro. Il quartiere di Soverato Superiore, ricco di energie ma in parte avulso, va collegato meglio sia culturalmente e politicamente sia fisicamente: che ne dite di una scala mobile che porti sulla Panoramica e fino al borgo antico? I problemi del mondo moderno si risolvono con i mezzi moderni; e una scala mobile è un motore solo invece di cento e mille motori privati. Infine, Soverato non è un paradiso in terra, come hanno mostrato gli ultimi fatti di sangue. Il sindaco non deve fare indagini e arrestare birbaccioni, però può stimolare chi di dovere. A questo proposito, mi pare che le cose vadano migliorando: evidentemente che Soverato non è più un posticino idilliaco e tranquillo se ne sono accorti anche in alto loco. Per far tutto ciò, due condizioni preliminari. La prima, una corretta e intelligente amministrazione dei pochi soldi che abbiamo. L’altra, attirare su Soverato l’attenzione di Stato, Regione e Provincia: qui passano anni prima che si veda la faccia di un’autorità, e del resto non abbiamo uno straccio di consigliere regionale. Bisogna pretendere presenze e personali e politiche, e quindi interventi anche finanziari e strutturali. Ai candidati che mi leggono, in bocca al lupo. Ulderico Nisticò
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