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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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RADUNO PARTIGIANO NELLA PERLA DELLO IONIO
Perfettamente lecito, è ovvio; e se i radunati ribadiranno i loro principi, che non condivido, saranno almeno coerenti con se stessi, in questo mondo di girella e voltagabbana peggio di Talleyrand (c’è chi somiglia all’ondivago francioso, ma taccio); quello che spero vogliano evitare è di far violenza alla storia raccontandosela a modo loro secondo il metodo della reinvenzione. Intanto, sempre per prevenire che è meglio di curare, ve la racconto io. 1. L’Italia dal 1922 venne governata dal fascismo, con dittatura di fatto di Mussolini e con un consenso nazionale attivo o passivo o di comodo quasi generale; 2. Non mancò tuttavia un’opposizione, con alcuni episodi di violenza come nel caso di Matteotti, di repressione giudiziaria come per Gramsci, e per il resto emarginazione sia pure di lusso come Benedetto Croce; 3. Il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania e contro Francia e G. Bretagna, dal ’41 anche Unione Sovietica e Stati Uniti; le motivazioni sono troppo complesse per dirle qui: leggetevi il mio Abele e Caino, Rubbettino, 2002; in sintesi, se non la facevamo noi a loro, prima o poi la facevano loro a noi; 4. La guerra si condusse con fasi alterne e non senza vittorie per tre anni, fino alla sconfitta di Alamein e all’abbandono dell’Africa, con sbarco del nemico in Sicilia; 5. Il 25 luglio 1943 due congiure concomitanti, dei gerarchi e del re, deposero Mussolini; il governo Badoglio, pur dichiarandosi alleato della Germania, aprì trattative segrete con gli angloamericani, che portarono all’armistizio di Cassibile, che, secondo Badoglio, doveva portare a un rovesciamento di fronte; 6. Non la pensavano affatto così i comandi nemici, il cui solo scopo era l’annientamento militare dell’Italia e poter disporre del territorio per attaccare da sud la Germania; imposero così di pubblicare l’armistizio, il che avvenne la mattina dell’8 settembre; 7. Badoglio e i comandi italiani, con criminale incoscienza, non avevano nulla predisposto per tale eventualità. Le truppe dislocate in Francia, Croazia, Dalmazia, Montenegro, Grecia, nella stessa Penisola, vennero fulmineamente assalite dai Tedeschi, e si sbandarono con rari e solo spontanei episodi di reazione. Questi, prevedendo qualcosa, avevano pronti i loro piani; e non avevano affatto bisogno di “invadere” l’Italia, nella quale si trovano in veste di alleati. La resa dell’Italia senza nemmeno avvertire era un evidente casus foederis che legittimava la risposta germanica: lo stesso aveva fatto la G. Bretagna nel 1940 attaccando e distruggendo gran parte della flotta francese; e avevamo fatto noi con la Iugoslavia nel 1941. 8. Mussolini, liberato, diede vita a una Repubblica Sociale Italiana, facendo appello alle radici socialiste e rivoluzionarie del primo fascismo; questa, sia pure tra le difficoltà della guerra, operò nella vita civile e mise assieme da 800.000 a un milione di armati tra truppe regolari e milizie del partito. 9. Si formano milizie irregolari antifasciste, che verranno denominate partigiani. Io conservo religiosamente una pubblicazione ufficiale dell’ANPI dell’immediato dopoguerra, Breve storia della resistenza italiana, che dà la cifra di 80.000 (ottantamila) combattenti. In seguito, e secondo un’inveterata abitudine italiana, il numero salì alle stelle, comprendendo anche, per esempio, alcuni illustri signori che non avevano mai sparato neanche al tiro a segno, e fino alla fine si beccarono pacificamente lo stipendio della RSI. Pensate che stia pensando a Scalfaro? Indovinato! I partigiani erano, grosso modo, per la metà comunisti, per un restante 40% monarchici, con qualche minoranza. Sorvolo sulle minoranze che ci lasciarono le penne ad opera dei comunisti, tra cui Guido Pasolini, fratello di Pier Paolo, che si opponeva alla poco nobile intenzione di cedere il Friuli a Tito! 10. La presenza di formazioni partigiane costituì un problema per le truppe tedesche e fasciste, soprattutto in alcune aree di montagna; e comunque la minaccia costrinse a distogliere uomini dal fronte contro gli angloamericani. Avvennero scontri ma rari sono gli episodi di combattimento. 11. Le truppe tedesche, dopo aver difeso la linea di Cassino, si assestarono sulla Gotica, finché gli angloamericani sfondarono e, alla fine di aprile 1945, raggiunsero le Alpi. Resta tra i principali misteri della storia recente d’Italia cosa sia successo nei brevi e intensi giorni tra il crollo della RSI, la resa dei Tedeschi, l’occupazione delle prefetture ad opera di partigiani, il ristabilimento dell’ordine; il mistero insondabile è la morte di Mussolini. 12. Veniamo infine a qualcosa che può interessarci da vicino. Soverato ospitava un reparto di fanteria e una batteria antinave (i vecchi sanno che l’attuale Panoramica si chiamava in dialetto u Chianu da batteria). Questa colpì un sommergibile inglese nella primavera del 1943; e un aereo americano venne colpito e atterrò sulla spiaggia. Era la sera del 7 settembre, poche ore prima dell’armistizio: i nostri soldati compivano il loro dovere, e non erano affatto passati al nemico nemmeno spiritualmente. La costa ionica venne sottoposta a bombardamenti e mitragliamenti terroristici. La fanteria si era portata a Badolato, dove per due giorni si svolsero furiosi combattimenti che fermarono l’avanzata degli angloamericani: leggete la Radice, su cui il professore Squillacioti li ha narrati con estrema precisione. Il 9 settembre Soverato venne occupata da un corpo canadese. 13. Molti dei nostri concittadini si trovavano sotto le armi, e compirono scelte diverse. Provo a ricordarne qualcuno, ben certo di essere assai lacunoso. Sarebbe bello se chi ha qualche ricordo lo segnali, perché si possa scrivere un libro a più mani. Tra i fascisti, Giacinto de Septis di Olivadi, funzionario della RSI; Giuseppe Nisticò, mio padre, sottotenente della Muti; Pasqualino Gioffrè, prigioniero in India non collaboratore; il professore Varano, capitano della Guardia Nazionale; e il nome più noto, Vito Casalinuovo, console generale della Milizia, ufficiale d’ordinanza di Mussolini e fucilato a Dongo. Che io sappia, furono partigiani o assimilabili sul serio, Mimmo Curcio, Paolo Casadonte... Sarei curioso di saperne di più. Ulderico Nisticò
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