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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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COMMENTIAMO
Le elezioni comunali di Soverato sono state seguite da un sorprendente silenzio, anche da parte mia. Non va bene, e chi vuol fare il commentatore dei fatti sociali, deve commentare. Ci provo. La vittoria di Taverniti è indiscussa, con un buon margine di vantaggio; tuttavia anche la lista di D’Amato esce dignitosamente dalle urne, segno che rappresenta settori non marginali. Gagliardi ha ottenuto quello che realmente voleva: il quoziente. Se alle liste vogliamo dare un significato politico, sia Taverniti sia D’Amato erano sostenuti da parte di quel blocco di centrodestra che cinque anni fa fu schiacciante, e oggi è diviso. Bisogna dunque studiare la storia di questo quinquennio, ma non in questa sede, e lo faremo in altra occasione. Taverniti comunque rappresenta ufficialmente l’intesa tra Pdl e Udc che opera alla Regione e Provincia, a Catanzaro e Reggio e dovrebbe operare a Cosenza, e, se non torna Berlusca a fare danno, a Crotone. Si deduce che Regione e Provincia, e lo stesso Stato, devono ora mantenere gli impegni assunti con il poderoso schieramento di forze di giovedì preelettorale. Soverato finora è stata semplicemente dimenticata, e si è fatta dimenticare: rarissime le presenze fisiche di politici importanti; assente la RAI regionale salvo alluvioni e omicidi; scarsi ed estemporanei gli interventi a favore. A proposito, come mai quel medesimo giovedì mancavano sul palco Giancarlo Pittelli e Franco Bevilacqua? Sapete se si sono fatti monaci di clausura? Ora Taverniti deve pretendere frequenti presenze e interventi concreti e di degno livello: il contributo per il ballo del ciuccio viene elargito a tutti; Soverato ha ben altre esigenze, e ben altre potenzialità. Ora il sindaco deve fare il sindaco: nominare al più presto gli assessori e metterli al lavoro; affrontare i problemi (l’ho scritto in Consigli al prossimo sindaco, n. 261 del Fantasma; e non mi ripeto); puntare, come dice egli stesso, sulla qualità: e la qualità ha una sola regola, che è la qualità, escluso ogni altro diciamo così criterio. L’opposizione deve comportarsi da opposizione, e non generica ma nel concreto. L’opinione pubblica, ammesso che esista, deve smettere di fare il pesce in barile, e saper proporre e obbiettare; e il sindaco deve cercare il confronto. I giornali e tv e web ci sono per questo. Nel mio piccolo, io starò attento a lodare, pungolare, criticare: secondo i casi. Intanto, concediamo, secondo prassi, i cento giorni, che, con una certa larghezza, ci portano al 31 agosto. Infine, auguri di proficuo lavoro. Ulderico Nisticò
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