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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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IN ESPLORAZIONE
Era uno sfizio che mi volevo togliere da un pezzo, e, memore che quando uno ha una voglia è meglio che la soddisfi invece che rinviare, mi sono infilato in quel che rimane della sede della Calabro – Lucana dall’antica Stazione di Satriano – Davoli (Crisura). Di tutto questo ha scritto con dovizia di particolari padre Bernardino (Gesù Gualtieri) nel suo “Dopo il fumo della vaporiera”, raccontandoci la storia del “trenino” e di un’altra illusione perduta. Il progetto – lo possiede integralmente l’inesauribile Tonino Fiorita – prevedeva una linea Soverato – Porto S. Venere, quello oggi detto Vibo Marina: una specie di trasversale! Fu realizzata solo una rete che collegava Laganosa, Satriano, la Pietà, Petrizzi, Chiaravalle e S. Vito; e ai suoi tempi fu molto utile. Nel dopoguerra, avendo l’Italia perso ed essendo finita sotto la dittatura democratica dei petrolieri e degli Agnelli e Pirelli, tutto ciò che era pubblico e ferroviario venne smantellato a favore dell’automobile (guarda un po’!), e finì anche la Calabro – Lucana. Io, fossi in me, la ripristinerei. Ma torniamo alle mie esplorazioni. Mi infilo dunque, a bordo della possente Panda 4x4, e percorro la vecchia sede ormai priva di binari da anni e anni; e una lunga galleria di esattamente 600 metri; e subito dopo una di 100; per trovarmi dall’altro lato della collinetta, tra qualche casa colonica e il mormorio di un torrente, che penso sia il Turrito, il quale da Gagliato prima di confluire nell’Ancinale lambisce un poggio che, per misteriose ragioni, appartiene a Soverato pur circondato da territorio di Satriano: noi dotti diciamo che è un’enclave. Poiché la strada finisce in coltivazioni, me ne torno indietro. Le gallerie, però, che fascino. Mi appaiono un’opera ciclopica, se penso agli anni in cui furono realizzate, e certo a forza di braccia. La solida muratura di grandi pietre e cemento, pur in abbandono da mezzo secolo, appare intatta. Ce ne sono altre lungo il percorso, e vedrò di visitarle, libro di padre Bernardino alla mano. Intanto segnalo a chi ne abbia curiosità che dell’antica linea restano tracce di caselli e stazioncine a Laganosa, Satriano, la Pietà, Campo Petrizzi, S. Vito, Pirivoglia, Chiaravalle. La sede si intravede qua e là. Ragazzi, anche questa è storia, e vale la pena di raccontarla; e anche di esplorarla di persona.Ulderico Nisticò
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