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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò | |||
Numero 275 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
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SOVERATO E CHIARAVALLE 2011
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Ci sono due fatti nuovi su cui riflettere: Soverato e Chiaravalle hanno entrambe un sindaco di centrodestra; e stanno niente di meno che asfaltando il chilometruzzo Gagliato – Argusto, il che consente (consentirebbe, se finiranno anche i raccordi!) di percorrere in pochi minuti almeno da Turriti a Razzona, cioè, con un poco di buona volontà, da Chiaravalle a Soverato. Occorrono lungimiranza e perspicacia, di fronte a questa realtà. La prima impellenza è una bretella tra il suddetto bivio Turriti e la 106, pomposamente e per ora truffaldinamente detta anche E90; bretella che, dritta dritta e recintata e senza accessi e complanari, faccia evitare l’attuale 182, oggidì ridotta a via interna di Laganosa. Serve anche una bretellina tra Laganosa e Cuturella. L’una e l’altra, alla svelta, prima che costruiscano altri duemila appartamenti. Se da Chiaravalle si potrà raggiungere Soverato in brevissimo, si apriranno prospettive interessanti per un’organizzazione del turismo di ampio respiro. I centri collinari dispongono di un numero imponente di caseggiati antichi e recenti che, con un po’ di rimessa in sesto, possono diventare un albergo diffuso a due passi dal mare e ad altri due dalla montagna. Basterebbe un sistema di navette anche per evitare problemi di parcheggi. E non c’è solo il mare, alla fine; anzi, il turismo anni 1950 dei Vitelloni è strapassato di moda; il sistema Soverato – Chiaravalle può contare sulle Serre, l’agriturismo, il miracolo di poter passare dalla battigia ai 1000 mt in mezzora... tutti doni di Dio e della storia che noi sprechiamo. A proposito di storia, e con buona pace di certi ciuchi con laurea, esiste un turismo culturale che dà da vivere grasso a luoghi assai meno dotati, però più furbi di noi, che avremmo, a due passi, la Pietà statua e la Pietà convento, la Certosa, le ferriere di Mongiana, Stilo, Squillace, Roccelletta, e luoghi non privi di interesse come sono tutti i nostri centri antichi: Badolato, Cardinale, Davoli, Muro rotto, Torre R.; nonché un patrimonio di storia e leggende e turismo religioso. C’è poi un’economia sopita da riprendere: agricoltura e allevamento di qualità, trasformazione e commercializzazione dei prodotti, artigianato di stile, commercio al dettaglio da razionalizzare per numero (oggi eccessivo) e tipologia (oggi vanamente ripetitiva). Va preso in considerazione il territorio nella sua interezza, superando confini comunali quasi sempre innaturali e sbagliati, e tutt’altro che antichi e storici. Da Squillace e Guardavalle ci sono meno abitanti che nella sola Lamezia, però frastagliati in 28 comuni, alcuni dei quali microscopici. Bisogna mirare a una conurbazione di fatto se non di diritto, e i due centri maggiori devono dare l’esempio. Soverato e Chiaravalle sono integrate per la natura delle cose quanto a servizi. L’ospedale di Chiaravalle è chiuso (Maida si è giocata la rielezione con le favole del “potenziamento”); ma anche quello di Soverato (non fate finta di non aver letto i miei pezzi e non avermi sentito in tv: sono pietose bugie che proprio quella sera avevate un impegno!), anche a Soverato quando un medico va in pensione non viene sostituito, cioè fra cinque anni al massimo è chiuso pure il nostro! Urge un piano credibile di recupero di entrambe le strutture, non scopo assunzione passacarte e giardinieri, ma per farne qualcosa di sanitario vero e moderno. Chi non si ammoderna nella sua testa, c’è sempre la casa di riposo! Per tutto questo e quant’altro, servono due cose: la strada, e un rapporto stretto tra i sindaci. Ai quali, essendo dello stesso colore, ricordo che Stato, Regione e Provincia hanno promesso un’attenzione per il nostro territorio, quella che finora mai ci fu e nemmeno l’abbiamo mai chiesta, e che va ora sollecitata e pretesa.Ulderico Nisticò
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